Come le stagioni

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«Non dureranno a lungo, è impossibile!», dissero in paese. E chi non lo disse lo pensò.

Diciassett’anni lui, sedici lei. Bello lui, bella pure lei. Troppo poco però per giustificare la fuitina. Senza lavoro, senza soldi, solo una sigaretta tra le mani lui. Due cuori una capanna, uno scandalo, una rovina, un tormento. Il papà di lei, distrutto dall’onta, era certo di meritare miglior sorte. Lo convinsero a scegliere il male minore, o meglio, si fece convincere. Riaccogliere in casa la ribelle non era possibile, il paese avrebbe avuto argomenti più pesanti su cui discutere.

Una bravata il cui danno sarebbe stato quantificato dallo scorrere del tempo. E il tempo non si fece attendere. Volarono le stagioni, tornarono le rondini, maturarono le spighe di grano, caddero le foglie e la neve ricoprì la campagna. Poi tutto ricominciò, come una giostra. Venne la cicogna. Erano quasi tutti poveri prima, così la cicogna veniva lei a portare il carico prezioso. Il bimbo piccolo crebbe un po’, il tempo di farfugliare qualcosa. Accompagnato dalla mamma parlò con il suo papà nella cabina telefonica, l’unica del paese, mentre questi faceva il militare.

La cicogna oramai aveva imparato la strada e tornò di nuovo. «No, non dureranno!», continuò a mormorare la gente. Lui e lei a volte discussero ma non permisero mai che si facesse notte fonda senza prima aver fatto pace. Il paese si abituò, aveva ben altro a cui pensare. Un paio di decenni non erano stati sufficienti a cancellare le tracce della guerra. Ognuno rincorse i suoi guai, ognuno si procurò il pane. Si smise di lavorare per mangiare e si cominciò a lavorare per il benessere. E chi era partito indietro, indietro rimase. Diventò normale che lui prendesse la mano di lei e insieme procedessero lungo la strada. Lui e lei, o lei e lui. Il cuore non fa distinzione tra maschio e femmina, il cuore non lotta per la parità, il cuore mette tutti sullo stesso piano, il cuore vive di emozioni.

C’è chi sembra più maturo degli altri quando è giovane e più giovane quando negli altri il tempo ha segnato il suo percorso. Lui e lei accolsero le nuore e, in qualità di nonni, la cicogna quattro volte. E qui iniziò un’altra storia.

«Come avranno fatto a durare così a lungo? È impossibile!», è questa ora la domanda che si fa qualcuno in paese. «Sarà stato il destino!», ipotizzano taluni. «Un colpo di fortuna!», sostengono altri. Qualcuno giura di averli visti aggirarsi per il paese, lui e lei, mano nella mano, come cinquant’anni fa.

Ida e Aldo, 14/09/1967 – 14/09-2017

Bruno Di Placido

Volontario della V.d.s Protezione Civile di Cassino, impegnato in vari aspetti del sociale, lettore e, da qualche anno, anche scrittore con un’ambizione dichiarata: riuscire a fondere ragioneria di cui vive e prosa con la quale sogna.

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