La vacanza e l’autista simpatico

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Silvia era appena uscita dall’agenzia viaggi. Aveva saldato il conto. Salato. Ma pur di staccare la spina aveva deciso di andarsene in vacanza. Lei con Susy. Poche ore le separavano da una settimana di relax e divertimento no stop. Le due amiche avevano preparato le valigie collegate al telefono cellulare. Una ad un capo, l’una all’altro. “Io metto 6 costumi, 2 interi. Ma che dici devo aggiungere le scarpe da ginnastica. Una corsetta non la faremo?”. Preoccupata, ma previdente, Silvia.

Invece Susy suggeriva “Dai, ma che corsetta?! Ma i vestiti da sera li porti?”. Un pomeriggio intero lo avevano trascorso proprio così. Con sacrificio e dubbi infiniti avevano chiuso le valigie. Erano due insegnanti precarie. Si erano conosciute in un istituto superiore. Molto unite, trascorrevano le loro serate da single sempre insieme. Silvia usciva da un rapporto difficile con un uomo sposato. Susy non reggeva storie di durata superiore ad un mese.

Un inverno intero a programmare la vacanza ad Ibiza. Almeno due anni di risparmi attenti e sofferti. Quel viaggio lo aspettavano come un uomo cerca l’acqua nel deserto.
Arrivarono all’aeroporto. Il tempo delle formalità tecniche e già erano con le cinture allacciate per il decollo. “Susy – sussurrò Silvia – per questa settimana azzeriamo tutto. Sole, mare, divertimento, relax, cibo e gelato. Non voglio altro!”. Susy sorrideva.

Arrivate ad Ibiza iniziarono a cercare il taxi incaricato dall’hotel. Come concordato in agenzia viaggi. Un pacchetto all inclusive. L’autista le aspettava con un cartello. Parlava perfettamente italiano. “Benvenute ad Ibiza! Avete scelto la settimana del pienone. Non ci sono più strutture libere. Ci sono presenze turistiche da urlo. Avete prenotato sicuramente con largo anticipo?”. Mentre con lui sistemavano i bagagli, le due amiche, con i volti raggianti, si scambiavano sguardi complici.

“Ahahahah È un anno che pianifichiamo questa vacanza” esordì Susy. Partirono alla volta del resort. Quasi venti minuti di auto. “Eccolo!” esclamò esultante Silvia, riconoscendo il resort dalla foto del depliant visto in agenzia. La struttura era davanti a loro. Lussuosa. Bellissima. La strada le separava dalla grandissima entrata.

Improvvisamente un boato, poi le fiamme. Un’esplosione aveva devastato quasi metà dell’edificio. Susy, Silvia e l’autista simpatico sentirono tremare la terra. “O mio Dio! Il terremoto!” Silvia si voltò. Dietro di sé fumo e polvere. Susy cadde svenuta.
Dopo due ore si erano riprese. Intanto sul posto decine di soccorritori. Fortunatamente l’ala andata distrutta era in fase di ristrutturazione e non c’erano all’interno operatori o turisti. Ma l’intera struttura fu evacuata per motivi di sicurezza e dichiarata poco dopo inagibile.

Susy e Silvia non sapevano se piangere o ridere. L’autista era rimasto lì con loro. “Volete venire a casa mia? Vivo con mia moglie e 6 figli. È vicina alla spiaggia. Due posti letto li abbiamo!”. Propose loro, l’uomo. Le ragazze si guardarono. Poi Silvia decisa “Forza amico, andiamo a far la spesa! Stasera specialità alla brace!”. L’utilitaria si allontanò rapidamente dal resort. A bordo Silvia, Susy, l’autista simpatico e tante speranze ancora intatte.

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