Due orecchie e una sola bocca Siamo come i bambini, non è mai finito e mai finirà il tempo dei perché

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Il silenzio di una giornata assolata è interrotto dal canto degli uccellini che si fonde con le voci di giubilo dei bambini. Mi giunge il chiacchiericcio degli adulti che si sovrappone al suono stridulo delle cicale. Discorsi utili, discorsi inutili, chi lo sa! Ma le frivolezze della vita non provengono dal cuore, né tantomeno le moine.
In alto nuvole bianche e immacolate giacciono nel loro letto azzurro.
Si alzeranno quando saranno pronte.
Io intanto ascolto, perché ho capito che sono nato per ascoltare. Ho ricevuto in dono due orecchie e una sola bocca, e la proporzione non è un caso. Ma anche gli altri hanno due orecchie. E se tutti hanno due orecchie per ascoltare mi chiedo chi è che parla.
Parla Dio, l’Universo, o qualcun altro. Parla la natura, parlano il cielo e la terra, parlano gli uccelli e gli altri animali, parlano i nostri fratelli sofferenti.

Dobbiamo ascoltare tutti e la bocca, la sola bocca che abbiamo rispetto alle due orecchie, deve aprirsi solo quando è nel giusto. Poi c’è chi scrive, e anche questo è parlare, ed è parlare tanto. Ma chi scrive si concede l’attenuante di procurare emozioni per sé e per gli altri. Scrivere fa rumore solo se qualcuno sfoglia il libro, non arriva alle orecchie per conto suo.

Mi chiedo cosa dovrei fare e perché. Siamo come i bambini, non è mai finito e mai finirà il tempo dei perché.
Respirare profondamente, assorbire i suoni, i profumi e i colori della natura. Senza imposizioni, solo con i cinque sensi, a volte anche con il sesto.
Poi di nuovo sento voci bianche e festose nell’aria. Vedo una moltitudine di zainetti colorati addosso a dei marmocchi spettinati e madidi di sudore.
Anche loro, i marmocchi, hanno due orecchie e una sola bocca, come me.
Ma sono bambini

Bruno Di Placido

Volontario della V.d.s Protezione Civile di Cassino, impegnato in vari aspetti del sociale, lettore e, da qualche anno, anche scrittore con un’ambizione dichiarata: riuscire a fondere ragioneria di cui vive e prosa con la quale sogna.

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