La strada da fare, il Molise e la sua gente raccontati attraverso i passi

La strada da fare, viaggio in Molise
Tempo di lettura: 2 Minuti

di redazione
“La bellezza comincia quando qualcuno si alza dalla sedia e esce di casa, scegliendo di fare una via diversa da quella che è abituato a percorrere ogni giorno”. L’iniziativa editoriale che dopodomani sarà disponibile nelle librerie, inizia da questa osservazione e arriva nella ‘regione che non c’è’. Un viaggio a piedi è il filo conduttore di una narrazione di luoghi, emozioni, persone, immaginari in Molise.

“La strada da fare – in cammino nella regione che (non) c’è” è il titolo del libro, edito dalla Neo Edizioni di Castel di Sangro, che racconta il viaggio di due ragazze torinesi in una terra magnifica e dimenticata, col solo intento di “camminarla”.

L’autrice del libro è Maria Clara Restivo, una siculo-emiliana che vive a Torino. Con l’Associazione “E.le.Menti” scrive storie per bambini e poi le racconta ad alta voce. Da diversi anni collabora con la Scuola Holden dove insegna storytelling. Quando può cammina e, da qualche anno, le piace raccontare il profumo che il viaggio le lascia addosso. Insieme a Giulia Rabozzi, sua compagna di strada, sono nati i blog Due passi in Molise e Due passi sull’Appia Antica e, insieme, continuano a camminare, raccogliendo i loro passi su duepassialtrove.

“Volevamo fosse un viaggio diverso, volevamo che il viaggio si facesse da sé giorno dopo giorno, che avesse qualcosa di unico, in un certo senso. Perché ne avevamo bisogno e perché sentivamo che era il momento di spingerci un po’ oltre il nostro limite rassicurante.
Ovviamente mano a mano che il percorso andava definendosi, la nostra immaginazione costruiva. In particolare la toponomastica dei paesi ci suggeriva storie, impressioni, curiosità dettate da una grande musicalità di quelle parole e dalla nostra voglia di partire. In qualche modo le aspettative erano state sostituite dai nostri dialoghi, racconti inventati a cui però mancavano le facce, gli sfondi.

Il Molise invece si è presentato in un manto di verdi rigogliosi, pronti a virare verso l’abete, a Ovest e verso l’olivo, in direzione sud-est; si è rivelato sì, una regione in cui la natura ha ancora il sopravvento ma non in modo disordinato o inospitale, al contrario come un luogo dove ancora si può respirare perché non c’è smog lì. E quella fuga a due si è trasformata presto in un movimento collettivo di persone così innamorate del proprio territorio da volerlo fare brillare anche davanti a due paia di occhi di passaggio. L’ospitalità ci ha accolto, coccolato,ci ha ingrassato e ci ha fatto sentire a casa, ci ha sconvolto per certi versi, ci ha fatto essere invidiose”.

 

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