Un’estate da vivere

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Colgo dai vostri sorrisi che è un’estate da vivere.
Ma io non mi faccio sentire perché questa non è la mia stagione, non lo è mai stata. Declino giorno dopo giorno i numerosi inviti di amici.

Mi dispiace, non vuole essere un affronto nei vostri confronti che pur tanto meritate. È un’estate da vivere, ed io la vivo, a modo mio.

Chi mi conosce sa che sono compagnone quanto basta, ma sa anche che non amo la frenesia che le tante sagre, le innumerevoli attività e le lunghe giornate impongono. Non reggo il ritmo.

Amo il mare, un po’ meno la spiaggia. Mi piacerebbe la piscina se sapessi nuotare, andrei a cavallo se non avessi problemi di postura. Correrei dietro ai tanga se fossi un donnaiolo.

Mi farei spiegare dai gabbiani cosa provano a percorrere ogni giorno lo stesso tragitto. Ecco, sarei un gabbiano che vola oltre la superficie, per osservare dall’alto quale direzione stiamo prendendo.

Vi porterei sulla mia barca se l’avessi. Solcherei i mari più belli e sosterei in tutte le coste del mondo. In ogni mare c’è un pescatore che alla sera torna a casa stanco della lunga giornata, in ogni porto c’è uno scaricatore a ricordarci che il mare è azzurro per tutti. A loro chiederei il resoconto della vita.

Vorrei ma non posso. Intanto amo la spuma del mare che lambisce le mie caviglie, mi inebria l’odore di salsedine. Mi giungono lontani olezzi di fritture di pesce.

Rientro nel mio quotidiano, c’è poca gente. Non sono un solitario, è il ritmo che impone l’estate a non piacermi. Dicono che le giornate siano più lunghe ma a me sembrano più corte.

Mi godo con i miei cari il silenzio dell’anonimato che più mi aggrada. Sono solo, in compagnia dei miei affetti e lontano dal frastuono della civiltà. Solo qualche amico, che è riuscito a scovare piccoli pregi nella pletora dei miei difetti, può permettersi di profanare il mio riposo.

Mi piace, comunque, che continuiate a sorridere e a sognare anche per me, in attesa di rivederci nella bella stagione, la mia stagione, quando la rugiada avvolge nel silenzio i primi tralci verdi.

Bruno Di Placido

Volontario della V.d.s Protezione Civile di Cassino, impegnato in vari aspetti del sociale, lettore e, da qualche anno, anche scrittore con un’ambizione dichiarata: riuscire a fondere ragioneria di cui vive e prosa con la quale sogna.

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