Una storia a lieto fine

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Si può essere felici? Che cos’è la felicità? Ognuno di noi ha una propria definizione. A vent’anni ero felice di avere fame e sonno e di guardare l’alba vestita in modo molto discutibile. A trent’anni mi sono sentita felice il giorno in cui ho firmato un contratto a tempo indeterminato. E nel frattempo? Sono stata felice? Oggi tutti parlano di felicità. Anche i medici. Pare che essere felici allunghi la vita e protegga dalle malattie. Ma questo lo diceva anche mia nonna quando invitava noi bambine a sorridere, avvertendoci, “cuor contento, Dio l’aiuta”.

Ma che cos’è la felicità? Vivere senza preoccupazioni, essere sicuri di sé, avere riconoscimenti, essere appagati? Dura così tanto la felicità? Oppure è solo un istante fugace? È come l’amore oppure è la sensazione che si prova quando si ama qualcuno? Quanto sono felice? C’è un termometro per misurare la felicità?

Guardo il cielo. È terso. Illuminato da un sole intenso. Vedo uno spicchio di cielo e mi rallegro. Un sorriso compare spontaneo sul mio viso. Non sento rumori, se non qualche raro cinguettio, il frinire ininterrotto di qualche insetto e il calore è così intenso che sembra avvolgermi. Ho lasciato il libro aperto sul mio petto per non perdere il segno. Sotto la mia testa sento la stoffa ruvida dei pantaloni del mio compagno. Con un lieve movimento lo osservo per un istante. È sereno e legge. Mi accarezza appena e abbozza un sorriso. Oggi non è un giorno speciale, non è un giorno diverso dagli altri. Ma vorrei che procedesse lentamente, vorrei che questa sensazione di benessere che mi pervade ora durasse per sempre. È questa la felicità? Forse sì.

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