Tu la chiami stupidità, io sensibilità

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di Marika Addolorata Carolla
“Perché piangi? Il tuo volto non merita di avere questo aspetto?”
Lei continua a guardare in basso e non risponde alla mia domanda. Le alzo il mento, sposto una lacrima che scende sullo zigomo destro con il mio indice. Allora un timido sorriso nasce sul quel quadro meraviglioso. Due grandi occhi verdi penetrano i miei, e mi sciolgo nel contemplare la creatura, a mio avviso, più bella dell’universo.
Tira un sospiro di sollievo e cerca di respirare a pieni polmoni.
“Allora cosa hai?”
“Niente in particolare. A volte mi capita di essere triste. A volte in questo mondo è davvero difficile sopravvivere. No dai lascia stare, non mi sembra il caso.”
“Parla. Ho voglia di ascoltare ciò che senti. Rendimi partecipe di quello che provi, e questo mi basterà per essere felice”.
“Ti chiedi mai se un giorno tutto questo male che muove spesso le azioni degli uomini avrà fine? Io continuo a soffrire ogni giorno, per ogni singolo bambino che non ha la possibilità di giocare, essere felice; soffro per chi non ha la possibilità di vedere, parlare, correre come me. Perché sono così stupida da piangere anche per un semplice cane randagio, che cerca cibo tra i rifiuti? Mi spieghi perché sono così?! Quanto non vorrei essere fragile, sentirmi così stupida. E’ troppo da sopportare per me tutto questo”.

“Non sono mai stato bravo a dare risposte, e sicuramente sono la persona meno indicata per farlo, ma ci proverò lo stesso. Questa vita è uno schifo è vero. Ogni giorno non bisogna far altro che sopravvivere e non godersi la giornata. Siamo continuamente bombardati da brutte notizie, immagini e persone a volte sbagliate, ma questo non deve spingerti ad arrenderti. Il tuo dono ha un nome si chiama: sensibilità. Non è un limite come tu credi, ma qualcosa di speciale, che con il tempo imparerai a controllare. Devi trovare dentro di te la voglia di fare sempre ciò che il cuore comanda. Il mondo ha bisogno di persone come te e delle tue azioni che amo definire piccoli miracoli. Sono invisibili a molti, ma essenziali per altri. Sei l’esempio che in una società non dovrebbe mai mancare. Ed io ti ho scelta per questo, per la grandezza che racchiudi, per quello che hai da offrire a tutti”.
“Ho paura di non potercela fare. Ho paura di essere costretta a cambiare per colpa di quello che potrà accadermi”.

Le prendo entrambe le mani, le porto sul mio petto. Ci fermiamo sul ponte che porta a casa, con il rumore del fiume che scorre silenzioso sotto i nostri piedi e il sole che sta per calare dietro le montagne. I colori del tramonto non hanno parole, te li porti dentro e te li godi fino in fondo. Mi sento felice per tutto quello che ho e che sto provando. Le parlo un’ultima volta prima di lasciarla andare via.
“Nessuno conosce quello che accadrà in futuro, eppure si continua a vivere. Cambiare è naturale, ma l’uomo non potrà mai mutare la sua natura. La tua migliore amica deve essere la forza per mezzo della quale poter superare tutto. Sei un fiore raro. Amati e ama”.

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