Ordinanza di sgombero

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Prima passano i militari semplici, poi caporali e tenenti e infine è la volta del capitano. Cecco non sa distinguerli, per lui un soldato vale l’altro. Li osserva a bocca aperta, non capisce se gli piacerebbe essere tra loro. Sono gli anni della leva obbligatoria e tutti, lui escluso, devono prestare servizio.

La compagnia è diretta al poligono ricavato in una conca sulla montagna, dirimpetto al paese. Di lì a poco sarà uno scoppiettio di Fal e Garand, fucili obsoleti ma sempre pericolosi. E meno male che è un’esercitazione.

Cecco vorrebbe avvicinarsi di più, ma non è possibile perché glielo vieta la legge. Ogni volta che c’è l’esercitazione, infatti, i militari preposti appendono nei punti più visibili alla popolazione l’ordinanza di sgombero, vale a dire l’obbligo tassativo di stare alla larga dal proprio terreno fino ad esercitazione ultimata.

Finisce l’esercitazione e la vita dei contadini riprende regolare. Anche quella di Cecco, che torna a far ridere e a ristabilire il giusto senso delle cose. E meno male che c’è lui in paese! Basta cercarlo che lo trovi, al solito posto, in piazza, come se ti aspettasse. Cecco tratta tutti allo stesso modo, quelli che trattano bene lui però, perché se si accorge di essere preso in giro si trasforma. Ha una forza immane, e meno male che è buono. Per lui vale la regola “ridere sempre, deridere mai”. In ogni paese c’è un Cecco che riesce a fermare il tempo.

Passano gli anni ma nessuno può dire se Cecco c’è o ci fa, perché quando dice le cose le accompagna sempre con un sorriso. A volte Cecco inventa e ride, ma non è un bugiardo. E quando ride lo fa sotto i baffi. I baffi per modo di dire perché lui si rade ogni mattina. È sempre pulito, tirato a lucido. Magari non segue la moda, ma a lui non serve.

Cecco è l’unico del paese che può permettersi di inserirsi in qualsiasi discorso senza chiedere l’autorizzazione. Lui vive di semplicità, aspetta che tornino i soldati. E loro tornano, consapevoli che con le armi può succedere un incidente. In piazza stanno ragionando alcuni esperti vaccari. Per sbaglio è stata uccisa una vacca, un bell’esemplare che rappresenta comunque un capitale. Ci sono opinioni discordanti. Qualcuno asserisce che al proprietario spetti il rimborso da parte della caserma, altri sono più scettici. Interviene deciso e quasi seccato il vaccaro più anziano e quindi più esperto. «L’avviso è chiaro. Ordinanza di sgombero. È severamente vietato alle persone sostare in prossimità dei luoghi nei giorni in cui c’è l’esercitazione. Chiaramente questo è valido anche per gli animali. È scritto, la vacca non poteva stare lì». Cecco, più seccato dell’esperto vaccaro, se ne va imbronciato. Non si capacita e si sente tradito dagli amici. «Ma che ragionamento è, quando mai le vacche sanno leggere?».

Bruno Di Placido

Volontario della V.d.s Protezione Civile di Cassino, impegnato in vari aspetti del sociale, lettore e, da qualche anno, anche scrittore con un’ambizione dichiarata: riuscire a fondere ragioneria di cui vive e prosa con la quale sogna.

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