Il Ragazzo

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Ragazzo con la R maiuscola sempre, non solo se si è andati a capo. Quando il soprannome diventa una seconda pelle va trattato meglio del nome.

Stessa ditta, tre Aldo. Il più anziano di professione fa il carrellista, gli altri due entrambi l’autista di camion. Come distinguerli? Ci sarebbe il cognome, ma tale pratica non si addice a un gruppo in cui la semplicità è pane quotidiano. Per il primo il problema non sussiste, Aldo il Carrellista, ci sta. È per gli altri due che occorre il colpo di genio. Ed ecco allora venire alla luce Aldo il Ragazzo. D’altronde è il più giovane, non fa una piega. Così, per logica, quello intermedio diventa Aldo l’Autista.

Risolto il dilemma dei nomi non resta che vivere, seguire l’alternarsi delle stagioni, crescere e aspettare; aspettare di perdersi di vista, ritrovarsi, riperdersi e ritrovarsi di nuovo. A volte per lavoro, altre per amicizia. Ciò che conta è che ognuno si prenda la sua storia e il tempo che occorre per viverla.

C’è sempre una tavola imbandita a rendere attuale quanto diversamente destinato all’oblio. È tornato il Ragazzo, con la sua pelle ramata dal sole di cantiere, l’identico sorriso, i lineamenti di una volta e la bontà di un tempo. Riallacciare i fili con il passato è stato un gioco da ragazzi; così, tanto per restare in tema. E mentre si consulta il menù qualcuno improvvisa un indovinello: «Che differenza c’è tra la pizza e il Ragazzo?»

«Boh!»

«Nessuna, entrambi sono sempre uguali».

Il Ragazzo deve restare giovane, c’è poco da fare. È nel nome la sua missione, l’ultima ancora di un mondo che non c’è più.

La serata vola via tra racconti di ciò che è stato e di come il lavoro diventa bello e per nulla pesante quando è condiviso con le persone giuste. Quanta gente lungo il cammino, quanti viaggi e scarichi con l’autogrù. Materiali di tutti i tipi e ogni cliente a modo suo… e poi storie e ricordi. E allora Ragazzo per sempre non è un’illusione. La speranza è invecchiare bene, perché è più facile mantenersi giovani se si ha qualcosa da raccontare.

Più va avanti il tempo e più questa storia coinvolge in pieno. Non è una questione di età, c’è sempre un ragazzo in ognuno che rifiuta di trasformarsi in adulto.

Ed è bellissimo.

Foto di Coombesy da Pixabay

Bruno Di Placido

Volontario della V.d.s Protezione Civile di Cassino, impegnato in vari aspetti del sociale, lettore e, da qualche anno, anche scrittore con un’ambizione dichiarata: riuscire a fondere ragioneria di cui vive e prosa con la quale sogna.

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