I gabbiani sul mare

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di Paola Lombardi

Caro amore mio,
Volano i gabbiani sul mare increspato da lievi onde. Volano e stridono i gabbiani con i loro becchi rauchi e affamati. Confondono il cielo, le nuvole e le stelle e sembrano aghi che infilano perle di cielo, nuvole e stelle sul petto largo del mare.

Da quando sei andato via, non ti ho scritto nessuna lettera. Cosa potevo mai scriverti? Che mi manchi? Che spero ritornerai presto? Ci ho pensato tante volte, ho preso la carta, quella spessa della tipografia, la penna stilografica con l’inchiostro di quel blu che ti piace tanto e ho iniziato a tracciare lettere che poi si sono trasformate in ghirigori senza senso compiuto e ho desistito.

In fondo cosa potrei scriverti che già non sai? Che mi manchi? Che spero tornerai presto? E no, non ti ho scritto finora. Nemmeno quando è successo quello che è successo alla zia Lucia, non ti ho scritto per dirti che è nato il figlio di Elisabetta. Avrei voluto farlo, ma poi ho pensato che non ti sarebbe interessato e allora ho lasciato perdere.

In tutto questo tempo, da quando sei andato via, non sono mai tornata alla casa al mare. Ma oggi proprio non ho resistito. Sono venuta fin qui perché ti cercavo. Speravo ci saremmo incontrati qui, davanti al mare. E invece, non ci sei. Non è rimasto niente di te. Nessun odore, nessun vestito. Sono rimasti alcuni libri che ormai abbiamo letto tutti, la giacca a vento, che ho prestato anche a Carlo una volta, e basta. Nient’altro.

Come se non fossi mai esistito. Io lo so che tu ci sei da qualche parte. I gabbiani volano sul mare e si trascinano dietro la preghiera della nostalgia che ho di te. So che non tornerai, so che non potrai tornare mai, ma non fa niente. Ti scrivo lo stesso amore mio, per dirti che mi manchi, che vorrei rivederti, ma tu lo sai già e forse, da qualche parte, mi guardi e guardi il mare insieme a me.

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