Un caffè è quello che ci vuole

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di Paola Lombardi
Un caffè è quello che ci vuole per dare inizio ad un altro giorno. Un caffè bevuto bene, questo ci vorrebbe.

Quando il mattino è ancora freddo e scuro si dovrebbe entrare in un locale caldo. Sotto i portici, magari, per non sentire l’aria umida colpirti la faccia mentre cerchi riparo in quel momento in cui rimpiangi il sonno e non sei ancora adatto a lasciarti andare al tran tran. Entri nel locale, ti accomodi sulle accoglienti panche rivestite di pelle scura proprio davanti le vetrate per guardare la piazza animarsi mano a mano. Ti sfreghi le mani per darti il senso del calore e ti scrolli di dosso la notte. Aspetti, con calma, rimettendo a posto i pensieri, che arrivi il cameriere a chiederti cosa prendi e, sicuro, ordini quel caffè che ti rimetterà in pace con il mondo.

Il caffè, preceduto dall’aroma inconfondibile, arriverà al tuo tavolo servito in una tazzina a forma di cilindro abbastanza ampia. Il liquido di quel colore morello risulterà, nella ceramica bianca, abbondante, corposo, caldo. Sarà bello sorseggiarlo con calma, con dolcezza guardando la piazza oltre i portici.

Il mattino lattiginoso e freddo prende forma attraverso le volute di fumo del caffè. L’edicolante apre la saracinesca in ritardo, come sempre, il tabaccaio si appoggia sulla porta e si accende una sigaretta, la commessa del fornaio rassetta il bancone e aspetta di vendere. I passanti camminano a passo svelto, passano gli autobus e molte automobili, qualcuno suona il clacson, qualcuno frena con violenza, qualcuno parla ad alta voce. Tutti risucchiati nella quotidianità, tranne te che sei ancora seduto al tavolino del bar sotto i portici e sorseggi con calma il tuo caffè sentendoti un libero pensatore, un eletto tra gli altri, forse, anche uno furbo. Ma lo sai che è solo una tregua e che tra pochi istanti uscirai in strada e sarai come tutti gli altri.

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