Conoscete la signora Sonpasticcio?

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In realtà non è il suo nome, lei si chiama Eufemia Solario, ma da quando ha sposato Amedeo Sonpasticcio, suo marito, per l’appunto, tutti la chiamano “la Signora Sonpasticcio”.

La signora Sonpasticcio viene da un paese lontano.

Un paese difficile da raggiungere, non ci sono strade, o treni, nemmeno aeroporti, si può raggiungere quel posto solo chiudendo forte gli occhi e recitando ad alta voce la frase “PARTIBELLA PARTIORA TI RAGGIUNGO MIASIGNORA!” Ma ahimè non sempre funziona.

La Signora Eufemia Sonpasticcio, infatti spesso recita ad occhi chiusi quella frase, ma, sarà il caldo, o la folla di gente che cerca di visitare quella città, non riesce proprio a farvi ritorno da un bel po’.

Quel posto si chiama Miasignora, e ogni abitante di quella città è una signora, ma lei non vi abita più da molti anni, ed ora scopriamo il perché.

Eufemia Solario da ragazza era molto golosa. Un giorno decise di intraprendere un viaggetto, e, battendo forte le mani per ben 6 volte disse a bassa voce “PRESTOPRESTO ORAORA, MO TI PRENDO PER LAGOLA” Era il biglietto per andare a Lagola, paese di pasticceri.

E figuratevi che gran sorpresa ebbe quando vide per la prima volta quel fantastico posto… Lungo le strade, le case erano assolutamente normali avevano il tetto rosso, le finestre erano in legno, e le porte sempre aperte.
Eh si, ci si poteva guardare dentro…

Gli interni delle case non erano particolarmente interessanti, ma passando davanti a quelle porte spalancate, era impossibile non sbirciare, e si poteva notare che in quelle case abitavano persone a cui piacevano moltissimo i colori. Ognuno di loro ne aveva usato uno.

La giovane Eufemia non capiva però una cosa: da dove arrivava questo buon odore? Eh… si, golosa com’era, quella era la curiosità più grande. Un odore fantastico di pan di spagna appena sfornato, con un leggero richiamo di cannella e zucchero filato…. Che paradiso questo posto!

Scoprì presto che quest’odore non era l’unico profumo che si poteva percepire… Cioccolata, marmellate di tanti frutti, miele, crema pasticciera e persino cream caramel.
Da dove proveniva tutto quel ben di dio di profumo?

Da nessuna parte!

Dovete sapere che le strade non avevano nomi, ma profumi.

Così ad esempio, il signor Zuccheretti abitava in via Marmellata di Pere, Interno Rosso. Le porte aperte servivano ai postini ad identificare precisamente le abitazioni, ed era facile, così recapitare pacchi, torte e cartoline.

Del resto a Lagola erano tutti felici, e nessuno era interessato a rubare nelle case, e soprattutto, era una cosa molto brutta da fare, perciò non voleva farla proprio nessuno.

Continuando a camminare estasiata, arrivò in centro, e vide una piazza meravigliosa con tanti negozietti… tutto si vendeva in quella piazza, tutto quello che lei adorava: dolcetti di tutti i tipi, libri colorati, scarpine modellate e giochi divertenti. Il profumo di quel luogo faceva intendere subito che ci si trovava nel Largo Dei Profiterole con Panna. La piazza più amata dagli abitanti e dai turisti.

Per comprare una quantità di quegli oggetti meravigliosi esposti nelle vetrine non occorrevano soldi, ma sorrisi; non un sorriso qualunque, ma un sorriso vero, che sgorga dal cuore, e non è facile da trovare. I negozianti, infatti sapevano riconoscere quei sorrisi lontano un miglio.

Così capitava che solo quello che il tuo cuore davvero desiderava potevi comprare, il superfluo non ti serviva.

La giovane Eufemia, quel sorriso lo spalancò non appena vide un giovanotto tondo tondo. Il suo nome era Amedeo, e di mestiere faceva il pasticciere. Da negoziante esperto qual era avvertì immediatamente la potenza di quel sorriso, e subito diventarono marito e moglie, e con una gran festa.

La vita a Lagola era molto interessante, c’erano sempre ricette nuove da inventare, ed i bambini, quando andavano a scuola, imparavano anche a cucinare, e così fu anche per Dorotilla, la loro splendida figlia.

Ma torniamo ad oggi.

Se ricordate, la nostra storia inizia con la signora Eufemia che avrebbe tanta voglia di tornare a Miasignora, e rivedere le sue amiche, e da un po’ di giorni, il suo sorriso stenta molto ad affacciarsi sul suo bel volto.

Il signor Amedeo Sonpasticcio, sa bene che non può andare in viaggio con sua moglie. In quella città si sentirebbe a disagio con tutte quelle signore, e nemmeno un uomo; in più la sua pasticceria ha sempre bisogno di qualcuno che la tenga aperta, e davvero non può allontanarsi.

Vedendo la sua adorata signora intristirsi, Amedeo Sonpasticcio ha un’idea folgorante.
La loro bambina Dorotilla, è sufficientemente grande per poter affrontare un viaggio. La scuola è chiusa per le vacanze autunnali, e cosa ci può essere di più bello se non una fantastica gita con la mamma?

L’idea è geniale.

Eufemia prepara di nuovo tutti i bagagli che possono essere utili a lei e alla sua bambina, un bacetto veloce al marito tondo tondo e…. “Chiudi gli occhi Dorotilla… si parte” Appena la bambina stringe forte forte le sue palpebre, la mamma esclama con forza: “PARTIBELLA PARTIORA TI RAGGIUNGIAMO MIA SIGNORA”.

Pufff! Sparite, entrambe… Eh già!

Bravo il signor Amedeo. Il biglietto non funziona se il cuore non è leggero. Puoi portare bagagli pesantissimi con te, ma il cuore deve essere sereno, e davvero era difficile per la sua signora separarsi da sua figlia!
In pochi secondi due signore, una grande, e l’altra ancora piccolina, sono arrivate nel posto più strano e divertente del mondo, ma questa è un’altra storia.

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