I fiori blu di Queneau, recensione del Risma Book Lab

I fiori blu Raymond Queneau
I fiori blu Raymond Queneau
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Per questo romanzo, i commenti sono stati divisivi, anche se in generale quasi tutte e tutti lo hanno trovato di non facile lettura.C’è chi lo ha giudicato difficile ma lieve, con un linguaggio ricchissimo. Il Duca è il doppio di Cidrolin e viceversa. Quando il Duca alla fine parte con la barca di Cidrolin per “tornare a casa”, approda sul monte Ararat e va fuori dalla Storia. Cidrolin quindi, rimasto senza barca/casa, torna sulla terra ferma e comincia a vivere davvero. È anche un romanzo ricco di tematiche ed è anche divertente, soprattutto i giochi di parole iniziali. Tradurlo per Italo Calvino è stato certamente complesso, lo ha praticamente riscritto. Il libro fa parte di una teoria detta Letteratura Potenziale, secondo la quale la letteratura diventa anche “tecnica” e può essere ricombinata. Calvino stesso ha cambiato il suo stile dopo aver incontrato lo stile di Queneau.Chi ha letto I fiori blu senza sapere di cosa trattasse, non ha immediatamente capito come fosse costruito il racconto. Poi dopo un po’ si riesce ad entrare nel continuo scambio di sogni, ma resta comunque il pensiero che sia tutto un  grande esercizio di stile. La Lingua in questo romanzo è al primo posto. Ci sono giochi di parole che funzionano meglio nella poesia, nei saggi, e davvero poco nella letteratura. 

Curiosità:

Einaudi ha fatto tradurre i romanzi di Queneau da altri scrittori:Zazie nel metrò, traduzione di Franco Fortini 
Esercizi di stile, traduzione di Umberto Eco

Abbiamo nominato anche:

Il castello dei destini incrociati – Italo Calvino

Abbiamo deciso anche di fare una “fascetta” di questo romanzo come si usa per i best-seller e la fascetta che ci ha fatto più ridere è stata:

È FATICOSO PERCHÉ È FATICOSO – Paola Caramadre

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