I cunti, saghe miti e leggende in Ciociaria

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Qualche giorno fa nella sala della biblioteca di Pignataro Interamna è stato presentato da Franco Di Giorgio e Paola Caramadre il volume di Anna Maria Scappaticcio “I cunti Saghe, miti e leggende in Ciociaria”. Nel dibattito con l’autrice è stato possibile immergersi in un’atmosfera intessuta di antiche tradizioni che rischiano di scomparire per sempre, alcune ben interpretate da Maria Rosaria Corbo. Alla presentazione curata da Alberto D’Alessandro non è mancato il saluto del sindaco Benedetto Murro. Per raccontare questo pregevole volume e delle storie che lo compongono ci affidiamo alle parole dell’autrice, Anna Maria Scappaticcio.

Scrivere una storia a chi di storia se ne intende è come fare il giocoliere con tante palle colorate, cercando di far durare il gioco il più a lungo possibile, fermando il tempo ed osservarlo aleggiare tra i ricordi.
È dagli anni ’80 che raccolgo, catalogo e ascolto emozionata “i cunti”, ovvero i racconti orali che si trasmettevano per generazioni e che fanno parte della memoria storica della nostra cara terra Ciociara. Sonoramente pregni di saghe, miti e leggende rappresentano l’humus prediletto dell’immaginario collettivo di un popolo. Popolo mutato geneticamente, forse non più disponibile all’ascolto ed alla condivisione di fatti, sogni e tradizioni. Ed è con una provocazione di stampa che torno a parlarne, affascinata da sempre dalla felice arte del racconto.

Ma di che si tratta? Di tutte quelle narrazioni che hanno nutrito da sempre uomini e donne, bambini e ragazzi raccolti e radunati attorno al fuoco durante le sere d’inverno o sull’aia nelle calde sere d’estate, dove a turno ognuno prendeva la parola e ricordava di fatti sentiti, vissuti o raccontati da altri. Spesso accompagnati dal suono e della fisarmonica e dall’intonazione di uno stornelletto a dispetto che serviva anche solo per stemperare il clima tensivo del racconto. Si ripercorrevano tracce di antichi cerimoniali, di saghe e leggende legate al ciclo delle stagioni e allo scorrere del tempo. Tempo e spazio di un passato remoto, dove si intrecciano figure leggendarie come la ianara ed il lupo mannaro, la fantasema e la paura e tutti quegli esseri strani che popolano la nostra fantasia e nutrono le paure di tanti. Ho cercato di mantenere alterato il tono ed il registro di un racconto antico e ridonarlo a tutti, a noi che ne serbiamo il ricordo e ne osanniamo l’importanza.
Annamaria Scappaticcio “i cunti, saghe, miti e leggende in Ciociaria” ed. Alcheringa.

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