Cassino, 12 luglio 1977: esplode l’inferno alla Asbit Supergas. Il ricordo

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Allarme, sirene, boati, grida, scoppi, altre esplosioni. La terra che trema, il fumo, il sudore, la paura, le parole che si fermano in gola, i pensieri che si spengono nell’istante stesso in cui si tenta l’impossibile: domare le fiamme, salvare vite umane. Negli occhi della mente si imprimono quelle scene. L’istinto si doma come le fiamme. L’istinto di sopravvivenza si forza, si mette da parte per tentare il tutto per tutto e rischiare la vita stessa.

Cassino, 12 luglio 1977, intorno alle 18 squilla il centralino della caserma dei Vigili del Fuoco. È un’emergenza. C’è stata una grave perdita di gpl liquido durante lo scarico da un rimorchio ai serbatoi di stoccaggio  dell’impianto che provoca una pesante nube nella fabbrica di imbottigliamento di gas liquido Asbit Supergas nel quartiere di San Bartolomeo. La squadra 3A, composta da cinque uomini, si porta sul posto. Nella fabbrica ci sono gli operai, intorno abitazioni, famiglie, persone. La scena è terribile. Dopo circa 35 minuti durante l’intervento dei Vigili del Fuoco per tentare di fermare la perdita di gpl, una fiammata innesca un incendio che investe la cisterna del rimorchio e, verso le 18.45, l’esplosione. I cinque Vigili del Fuoco e due civili sono all’interno. Intervengono altre squadre di rinforzo dei Vigili del Fuoco. Le fiamme vengono domate.

È il più grave incidente sul lavoro mai accaduto a Cassino.

Ci vuole coraggio, ci vuole qualcosa di più del coraggio per non pensare a salvarsi la vita, ma a fare di tutto per salvarne altre. Il quartiere è messo in salvo, la fabbrica in sicurezza. Il bilancio però è gravissimo: sette feriti, il proprietario e un dipendente della fabbrica, e cinque vigili del fuoco, tre appaiono subito in gravissime condizioni. Si spera e si prega per loro. La fabbrica si trasforma in un fantasma, in un incubo ad occhi aperti per chi ha vissuto quei momenti e per chi ha rischiato di doverli vivere. Trascorrono i giorni. La comunità di Cassino è sconvolta. Il bilancio si aggrava, i feriti diventano vittime.

Il caposquadra Bernardo Germani, il caposquadra Mario Di Santo, il Vigile del Fuoco Michele Passero, il Vigile del Fuoco Antonio Valentino sono le vittime di un incidente terribile che ha aperto una ferita nel corpo dei Vigili del Fuoco e nella comunità Cassinate.

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Le vittime non sono mai state dimenticate. Il dolore dei familiari e lo sforzo della grande famiglia dei Vigili del Fuoco, insieme alla dedizione alla memoria dell’unico superstite Mario Di Giorgio, insignito della medaglia d’oro al valore civile, hanno fatto in modo che l’atto di eroismo e il sacrificio non fossero vani.

Mario Di Giorgio, il Vigile del Fuoco superstite dell'esplosione alla Asbit Supergas

Mario Di Giorgio, il Vigile del Fuoco superstite dell’esplosione alla Asbit Supergas

Dal 1977 sono cambiate molte cose, le normative in termini di prevenzione e sicurezza, le dotazioni, gli strumenti di intervento. Sono cambiate molte cose, ma niente ha scalfito la memoria e 39 anni dopo il distaccamento di Cassino è stato intitolato a Bernardo Germani, Mario Di Santo, Michele Passero e Antonio Valentino.

Una cerimonia sentita, vera dove la retorica non ha avuto spazio. Le lacrime ancora vive e le immagini ancora vivide nello sguardo dei presenti. Il sottosegretario Giampiero Bocci ha ricordato l’eroismo delle vittime e ha ringraziato tutti coloro che ogni giorno mettono a rischio la propria vita per salvare altre vite. Le parole delle autorità civili e religiose si sono rispecchiate sui volti che custodiscono una storia che si tramanda nella sua drammaticità.

Dal 12 luglio 1977 sono cambiate molte cose, ma niente ha rimarginato la ferita provocata dal quel grave incidente che ha sconvolto il Cassinate.

Paola Caramadre e Antonio Nardelli

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