Una questione di coscienza

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di Laura De Santis
Dormi? Non puoi continuare a dormire, devi svegliarti. Svegliati! Svegliati!

La voce interiore è difficile da zittire. Come fai ad imporre il silenzio a quella vocina che, dicono, si chiami coscienza? Non puoi mettere la vibrazione, anche perché quella non ti telefona, ti parla direttamente dentro il cervello. Cosa vuole quella maledetta coscienza? Perché non fa altro che strigliarmi, rimproverarmi, redarguirmi? Peggio di una madre, peggio di mia madre. Con tutti quei sensi di colpa che si trascina dietro. Ma insomma? Cosa vuole?

E io me ne torno a dormire, mi imbottisco di tranquillanti e cerco di addormentarmi, di sprofondare con la testa sul cuscino e di spegnere la luce. Dormire.

“Ma che fai? Dormi? A quest’ora? Forza, svegliati! Giù dal letto, pigrona!”.

No, non voglio… Non basta la voce interiore, adesso ci si mette anche la voce di mia madre! Perché sono tutte voci femminili? Quella dentro di me e quella fuori di me!

“Fammi dormire, sono stanca…” ribatto debolmente.

“Avanti!”, mi sgrida mia madre.

Ma sarà davvero mia madre? Sarà la voce della mia coscienza che si è incarnata? Io non vivo più con mia madre… Ci rifletto e allora mi alzo per davvero. Mi guardo intorno, e sì! Sono a casa mia. Io qui ci vivo con una mia amica che oggi non c’è, e allora di chi è quella voce? Chi mi ha svegliato?

Cammino nelle stanze silenziose, non c’è nessuno. Almeno non mi sembra. Tutto tace. Nemmeno in cucina c’è nessuno. E allora?

“C’è nessuno?”, la voce di mia madre mi risponde: “Ci sono io, stupidina?”

“Come sei entrata?”

“Dalla porta, ma che ti prende?”

“Mamma, quando sei arrivata?

“Sciocchina! non sono tua madre, sono la tua coscienza! Non facevi altro che ignorarmi, così ho deciso di uscire dalla tua testa e di raggiungerti dall’esterno. Cosa volevi? che ti lasciassi dormire? Andiamo, su! Non ti posso lasciar sprecare la tua vita!“.

 

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