Lettere ad Eloisa

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di Paola Lombardi

Eloisa…”, il vecchio mormora un nome. Sembra una melodia, mormora il nome di una donna lontana.

Ora è in un letto d’ospedale, ma pronuncia quel nome come fosse un richiamo. Come fosse l’ultimo sussulto che lo lega alla vita. E’ anziano, ha visto tante cose passare davanti ai suoi occhi. Ha visto gli anni annidarsi tra le rughe. Ha visto tanti amici andare via per sempre, ma Eloisa è rimasta per tutto quel tempo l’ancora che l’ha tenuto legato alla vita.

Ad Eloisa ha dedicato tutti i suoi giorni, alla memoria di quella donna amata, amata mille volte, in mille modi, con mille attenzioni.

Eloisa è scomparsa da tempo, ma il vecchio si impone di ignorare che lei non ci sia più fisicamente nella sua vita. Pensa a lei, non sa più descriverla, non sa più dire di che colore fossero i suoi occhi né i capelli, non sa dire come fosse il suo naso, sa soltanto che Eloisa è stato il suo amore e di quell’amore si è alimentato, si è nutrito.

Ogni giorno le ha scritto almeno una lettera, un biglietto, le ha lasciato un fiore sul tavolo. Adesso, in ospedale, non riesce più a scrivere, la vista lo ha abbandonato, ma non il ricordo di Eloisa, la donna che ha amato per tutta la vita. Racconta del loro primo incontro, quando erano entrambi poco più che bambini, ricorda il primo bacio, la prima lettera che le ha scritto e alla quale lei non ha mai risposto perché Eloisa non sapeva scrivere e nemmeno leggere. Fa un gesto con la mano e sussurra “erano altri tempi”, si commuove nel ripensare al volto curioso della ragazza di allora che correva dal parroco del paese per farsi leggere quelle lettere romantiche e dolci. Ad ogni frase, lei arrossiva un po’ di più, fino a quando decise di non farle leggere più a nessuno per non sentirsi in imbarazzo. Le ha conservate tutte, però, le toccava immaginando le parole che erano tracciate sulla carta. Quando si sposarono, Eloisa portò in dote quelle lettere e lui continuò a scriverne altre, molte altre.

“Eloisa”, mormora ancora e con la mente le scrive altre lettere, le rivolge mille pensieri, anche adesso, in un letto di ospedale.

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