Le colline senesi

Le colline senesi tra Castiglioncello sul Trinoro e Radicofani
Tempo di lettura: 3 Minuti

La luce morbida, calda, la terra rossa, i declivi dolci e le sagome di cipressi stagliati contro il cielo tormentato del tramonto, le colline senesi sono un simbolo, un marchio. Sulle ceramiche, sulle tegole, sui piatti, sui posacenere, sui menù dei ristoranti si ripete all’infinito questa stessa immagine: cipressi scuri, alti e solenni, che delimitano l’orizzonte di una dolce collina. L’immagine stereotipata è davanti agli occhi e aderisce perfettamente all’immagine reale. Le tappe del viaggio sono Castiglioncello sul Trinoro, Sarteano e Radicofani.

Cerchiamo qualcosa, qualcosa di autentico, di assoluto. Cerchiamo l’origine di una forma di libertà. Seguiamo i consigli e, in un’atmosfera rarefatta dove la luce gioca come lo sguardo di un gatto, ci immergiamo in una strada impervia per raggiungere Castiglioncello sul Trinoro e i suoi 13 abitanti. Il piccolo borgo è intessuto di freddo e silenzio. Risuona il tintinnio dei bicchieri di tanti brindisi, qualche risata contenuta, il profumo di cibi antichi, si diffonde lo scricchiolio di una porta di legno che si apre lentamente. Si schiude la storia di questo luogo in un lembo di terra coltivata e si racconta intorno ad un fascio di peperoncini messi a seccare. Torniamo indietro attraversando la scenografia di una fiaba. Per raggiungere Radicofani ci addentriamo in una strada segnalata sui cartelli come “via della Val d’Orcia“. Le morbide colline senesi si aprono in una scena innaturale. Sono il tempo, sono lo spazio, sono il passato e il presente, sono filari di vite, sono grappoli di speranze, sono ferme mani aperte ad accogliere e custodire.

Radicofani e la fortezza di straordinarie dimensioni sono l’approdo. Cerchiamo un sogno. I resti del crollo del vulcano compaiono ai nostri occhi come la scena di una folle corsa nei misteri dei millenni. E poi, arriva la sosta agognata sotto una pergola d’uva alle porte del borgo. Siamo alla Stella, beviamo Adone D’Orcia e brindiamo. Tintinnano i nostri bicchieri e i nostri sorrisi. Tintinnano le parole dei presenti. Siamo ospiti in ogni luogo, qui siamo ospiti del vino, della serenità, della quiete e dell’armonia del paesaggio delle colline senesi.

foto di Antonio Nardelli

Paola Caramadre

Giornalista, autrice e lettrice onnivora e curiosa. Promotrice culturale, 'regista dei libri' e cofondatrice di Tantestorie.it

Rispondi