Vacanza in Grecia

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Grecia, culla della civiltà, mare cristallino e terra di battaglie, terra degli dei dell’Olimpo, dei guerrieri di Sparta, di Ulisse e della democrazia di Pericle. Grecia, patria della filosofia e delle scuole di pensiero.
Non abbiamo itinerari già scritti, non abbiamo prenotazioni, non abbiamo tabelle di marcia, stavolta, ci affidiamo al viaggio, con i suoi inconvenienti, i suoi colpi di fortuna, la sua pazienza e la nostra curiosità.
Il nostro viaggio inizia in Italia, a Brindisi, precisamente dal porto dove ci imbarchiamo sul traghetto per raggiungere Igoumenitsa. Non siamo fortunati, le 8 ore di viaggio diventano 13, e per giunta piove.

Lygia Preveza

Raggiungiamo il nostro primo alloggio a Lygia Preveza nel primo pomeriggio.
Piove, ma decidiamo di rilassarci passeggiando sul lungomare per guardarci intorno.
L’alloggio è di fronte la spiaggia, ci divide solo la strada, dove passano pochissime auto. Di tanto in tanto un lampione, un’edicola ortodossa, c’è pochissima gente, il paesaggio è paradisiaco.
Da un lato infiniti uliveti, dall’altro il mare. La presenza dell’uomo è appena percettibile.
Ci concediamo due giorni di mare per riposarci un po’ e poi ci dirigiamo a sud.

Lepanto


Facciamo tappa a Lepanto, arriviamo nelle ore più calde ma questo non ci scoraggia: saliamo tra le mura della fortificazione e dal castello ammiriamo il mare della battaglia.


Percorriamo 60 chilometri su una strada tortuosa con la montagna a strapiombo sulla sinistra e il mare a destra, poi improvvisamente la strada si inerpica sulla montagna e come per magia appare la città dell’oracolo, eccoci a Delphi!

Delphi


Alloggiamo su uno dei tanti alberghi della via principale e ammiriamo affascinati il paesaggio e la valle tra le immense montagne. Il giorno seguente visitiamo l’immenso sito archeologico che ci riempie di meraviglia nonostante il caldo e il percorso tutto in salita ai piedi del monte Parnaso. Non troviamo il tempio di Atena, ma dalla zona più alta del sito archeologico è inconfondibile: eccolo poco distante, a valle, inconfondibile con le colonne disposte in modo circolare. Dopo la pausa pranzo nel pomeriggio facciamo tappa al museo e il giorno successivo ripartiamo lasciandoci alle spalle l’aria magica di Delphi.

Atene

Arriviamo ad Atene nel primo pomeriggio di sabato e corriamo subito all’acropoli. Forse un po’ storditi dal viaggio, forse la stanchezza, ma il Partenone sicuramente ce lo aspettavamo diverso.
Le pietre “non parlano”, sembra tutto finto, ma il panorama sulla città è unico. Attendiamo la sera per fare qualche foto notturna e torniamo all’alloggio.


La domenica visitiamo il mercato delle pulci nel quartiere di Monastiraki e lì, tra carabattole che hanno l’odore di tante Europe diverse, ci immergiamo nell’atmosfera levantina di un caffè dove ci accoglie il sorriso complice di miss Marina che ci lascia girovagare tra i cimeli del locale, tra i dipinti e le vetrate, e ci concede di arrampicarci sulla terrazza per ammirare uno scorcio inusuale della città.
Ci rimettiamo in cammino per tornare all’acropoli e visitare il museo. Qualche altro scatto al Partenone e poi ci gustiamo una pausa pranzo dai sapori molto forti. In una trattoria da street food estremo veniamo accolti come ospiti di riguardo anche perché è in corso una festa rionale e quindi ci fanno assaggiare piatti tipici tutt’altro che turistici. Tra saluti calorosi ripartiamo per dirigerci molto più a sud, a Kalamata, dove ci aspetta un amico.


Facciamo una tappa a Corinto dove ci rilassiamo all’ombra in un bar, e poi di nuovo per l’autostrada semi deserta che attraversa le montagne.

Kalamata

A Kalamata sbagliamo indirizzo, siamo nella via giusta ma nella cittadina sbagliata: il navigatore ci ha portato lì. Ma l’ospitalità della gente del posto non ha paragoni e ci aiuta a capire la strada esatta, che il navigatore non ha. Ci troviamo con il nostro ospite in un clima di festa. I lunghi anni in cui non ci siamo visti non hanno cambiato l’amicizia e la vicinanza.
Rimaniamo a Kalamata per tre intensi giorni di mare e di gioia, di allegria e di racconti per colmare gli anni di distanza. Ci separiamo a malincuore, ma è arrivato il momento di riprendere il viaggio, di riavvolgere il nastro dei chilometri e risalire verso nord.

Argo


Facciamo tappa ad Argo. Arriviamo nella prima serata, la cittadina pianeggiante con i negozi e i locali ci rasserena. Ceniamo in un ristorantino tipico dove il baffuto proprietario ci conquista con la sua gentilezza e le sue qualità di cuoco, ci fa assaggiare una acquavite dall’isola di Creta e ci regala una marmellata di limoni di sua produzione. La notte trascorre tormentata dalle grida e dagli strepiti di una donna giù in strada e al mattino ci rimettiamo in cammino con un velo di stanchezza che viene dissipata dal panorama mozzafiato che ci conquistiamo salendo fino alla fortezza di Larissa. Lo stridio di rapaci timidi che non si mostrano al nostro obiettivo ci accompagna insieme al vento.

Micene

Da Argo ci dirigiamo a Micene, forse, la tappa più affascinante di tutto il viaggio. Un vento benevolo ci sostiene durante la risalita alla città. I secoli sono qui, reclamano per essere ascoltati, per essere letti, compresi.

La parola ‘civiltà’ si svela imprimendosi nelle pietre e nelle rocce. Al cospetto della porta dei Leoni ci sentiamo viaggiatori animati da una sincera curiosità, ma è all’interno delle tombe a Tholos di Clitemnestra e di Atreo/Agamennone che ci sentiamo fragili frammenti del tempo ammessi alla presenza di un’eternità metafisica. Le immense costruzioni che modellano il paesaggio tramandano qualcosa di sacro. Stupefatti riprendiamo il viaggio.

Amphilochia

Ci fermiamo ad Amphilochia, in un hotel dalla bellezza decadente da cui si gode la visione del golfo che sembra un lago.

Il mare ha un sapore lacustre e preferiamo riprendere la strada per Preveza e gustarci l’ultimo giorno greco tra le sue acque cristalline e la quasi totale assenza di vacanzieri. La spiaggia deserta ci regala una sensazione di benessere. Concludiamo il viaggio con una cena amichevole e un bicchiere di Retsina che a sorpresa ci piace. Il traghetto ci aspetta, è quasi il caso di dirlo. Ritorniamo indietro, riattraversiamo quelle poche miglia di Mediterraneo portando con noi una incantevole sensazione di libertà. Il viaggio è stato generoso, ci ha regalato gesti di gentilezza, buone idee e solidali vicinanze, ci ha restituito amicizie di lungo corso e ce ne ha fatte conoscere di nuove, ci ha fatto gustare sapori inaspettati e ci ha fatto gioire per paesaggi struggenti, ci ha fatto superare paure depositate da tempo nella mente e attraversare ponti sospesi tra noi e gli altri. Il viaggio è stato un buon amico, ha ricambiato la nostra fiducia e ci restituito alla vita quotidiana con una ricchezza nuova e una piccola pietra modellata dal mare e dalla nostalgia.

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