Un’insegna coloratissima da fare male

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Era sola nel suo appartamento, Laura. Le sue coinquiline, Fulvia e Tania, erano partite da due giorni per sostenere un concorso per un posto da addetto amministrativo in una struttura pubblica.
Nella palazzina c’erano in tutto sei appartamenti abitati da anziani per lo più soli.
Laura era intenta a lavare le stoviglie che aveva appena utilizzato per il pranzo. Una padella, un mestolo in legno e una forchetta. Il silenzio la avvolgeva e il rumore del debole getto d’acqua che scendeva nel lavello non la disturbava nei suoi pensieri tristi.
Aveva perso il lavoro in pochi giorni, quasi senza rendersi conto che il piccolo negozio di casalinghi, dove faceva i turni con un’altra commessa, non aveva più gli incassi di un tempo. Era trascorso un mese dal licenziamento e a Laura era spettato l’ingrato compito di abbassare la serranda di quel locale così elegantemente arredato e dalle pareti color porpora, dopo aver accuratamente impacchettato gli ultimi oggetti rimasti dalla svendita finale.
Non riusciva ad evitare che i suoi pensieri si adagiassero su oggettive preoccupazioni. Pagare l’affitto e le bollette. Mettere le mani su quei risparmi scarni che non l’avrebbero accompagnata per molto.
Non era ancora riuscita neppure ancora ad inviare il suo curriculum ad altre imprese.
Si era sentita privata di tutto improvvisamente, anche della voglia di ricominciare.
Lucidava con cura il piano cottura della piccola cucina quando la segnalazione sonora di un messaggio spezzò le sue riflessioni. Prese il cellulare tra le mani. Era Isabella, la sua ex collega: “Laura come stai? Sai hanno già riaffittato il locale del negozio. Ieri un’inaugurazione con i fiocchi. Un’insegna coloratissima e accattivante.Tantissimi invitati e un ricco buffet. Sai cosa vendono? … casalinghi”.

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