Una bicicletta ed un gatto

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Tempo di lettura: 3 Minuti

di Stefania Di Zazzo

Cos’ hanno in comune una bicicletta ed un gatto?
Semplice: il loro padrone.
Il bimbo in questione si chiama GIORGIOEILSUOGATTOERNESTO.
Avete capito bene: Giorgio e il suo gatto Ernesto.
Da quando il piccolo quadrupede ha fatto capolino nella sua vita, Giorgio non ha più pensato ad altro.

Sono entrambi da due anni una sola cosa: arancione il gatto, arancioni i capelli del bambino, si arrampica sugli alberi il gatto e subito dopo arriva l’ometto. Il gatto è allergico all’acqua esattamente come il suo padroncino, ed è per questo che ormai Giorgio viene chiamato da tutti: GIORGIOEILSUOGATTOERNESTO.
GIORGIOEILSUOGATTOERNESTO adorano la bicicletta, ma, vi assicuro: la bicicletta fa davvero salti mortali per correre con loro senza finire ogni volta in un burrone diverso.
L’equipaggiamento è semplice: un bambino-gatto, una bici, un cesto agganciato al manubrio.

Ma c’è da dire però che il gatto non ha effettivamente solo quattro zampe, ogni volta che tutt’e tre scovano un nuovo sentiero, le zampine del felino si moltiplicano a dismisura, e saettano verso l’ignoto. Anche il bambino si lancia e si arrampica più veloce di una scimmietta e….bum! la bici cade a terra rovinosamente, ed il suo splendido colore rosso ormai è stato grattato via dalle mille avventure che le è toccato intraprendere.
L’unico momento in cui il bambino–gatto viene separato dal suo naturale prolungamento a quattro zampe, arriva di sera, alla fine di ogni avventura. Infatti, mentre il micetto riesce con uno scatto a nascondersi in un angolo remoto, al bambino tocca …. il bagno.

Oh no, oh no…. OH NO
E invece sì.
Una vasca con tanta tantissima orribile acqua tutta calda, con tanta schiuma, l’attende senza pietà.
“Brucia! Scotta! E’ troppo calda! No, adesso è fredda! Insomma UFFA….!”
E come se non bastasse il bagno, alla fine di questa tortura ne inizia una peggiore: il lavaggio dei capelli con la doccetta! Giorgio senza gatto, stremato, cede alla violenza, e si lascia strofinare. Attende infine che l’ultima interminabile tortura, quella dell’aria bollente che gli scotta sempre la nuca e le orecchie, finalmente finisca, per poi tornare senza esitazione ad essere di nuovo se stesso: GIORGIOEILSUOGATTOERNESTO.

In cucina mangiano separati, ma vicinissimi. La scodella del micetto è a terra, di fianco alla sedia del suo padroncino, così possono guardarsi negli occhi.
A scuola si sa, i gatti non possono entrare, perciò è il bambino che a fine orario raggiunge di corsa il suo fedelissimo amico che lo attende nel cortile della scuola elementare.
Anche la bicicletta attende pazientemente che arrivi il suo momento….estate o inverno che sia si tiene pronta a tutte le peripezie in cui i due cuccioli decidono di tuffarsi….
Ma oggi è un giorno straordinario, importante davvero, e non solo perché è domenica.

Da due anni Ernesto gira per il mondo accovacciato sulla spalla destra del suo padroncino e, crescendo all’unisono, il bambino continua ad offrirgli un alloggio sempre confortevole.
In questa posizione li conobbe, due mesi fa, Irene.
Si presentò una mattina di domenica con la sua mamma e il suo papà a casa del bimbo-gatto.
Erano i nuovi vicini di casa, e a GIORGIOEILSUOGATTOERNESTO, questa nuova presenza non dispiaceva più di tanto, visto che la bimba per tutta la durata della loro breve visita non spiccicò una sola parola.
Irene, in effetti, non parla proprio mai. Non è muta, e solo dal logopedista si sente costretta a comunicare. Spesso saprebbe anche cosa dire, ma non a chi, quindi, le passa semplicemente la voglia di parlare.
Cosa ci fa oggi Irene, con la sua bicicletta, davanti alla porta di casa del bambino dai capelli rossi come il suo gatto?

Ha bussato. La mamma del bimbo-gatto le ha aperto, e, sapendo che Irene non ama parlare, le ha sorriso, e le ha detto con calma che suo figlio sta facendo i compiti. Ma ecco che lui spunta dietro di lei, e in men che non si dica Ernesto è già nel cesto della sua splendida graffiatissima bici.
Irene corre veloce dietro di loro.
Alberi, stagni e prati sono il loro regno.
GIORGIOEILSUOGATTOERNESTO, le racconta tutto quello che sa di ogni fiore, lucertola o fosso, senza preoccuparsi che sia vero o inventato, perché il suo mondo è così, pieno di colori e di odori, tutti da vivere.

Appena il bimbo-gatto le mostra un platano a suo dire bellissimo, avviene una cosa inaspettata: Irene lo corregge ridendo: “Non è un platano, ma un olmo, Il platano è più grande, e poi guarda le sue foglie, sono, ovali, col bordo a zig-zag …”
Giorgio la guarda stupito….. Non si aspettava che Irene parlasse, esita per un attimo, poi decide di crederle.
Però, che genio che è Irene.
Ha deciso di parlare solo a chi sa ascoltarla.
Per questo Irene, Giorgio ed Ernesto, trascorreranno tantissimo tempo insieme, e terranno ancora per un po’ il loro grandissimo segreto: non solo Irene parla benissimo, è simpatica, e soprattutto, conosce più cose di lui.

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