Un posto nel mondo

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di Paola Lombardi
“Non possiamo perdere tempo. Dobbiamo andare”. Negli ultimi giorni risuonano nella mia mente le parole che hanno accompagnato la mia infanzia. Ammonimenti familiari per sollecitare i miei gesti, per liberarmi da quella forma di imbambolamento che mi stordiva quando visitavo un posto nuovo. Una strada, un campo, una casa, una porzione di cielo, attraevano la mia fantasia. Registravo i dettagli e costruivo un album con l’immaginazione. Con gli occhi sgranati respiravo gli odori dei luoghi, immagazzinavo le sensazioni e mi emozionavo per l’immancabile regalo che il luogo mi concedeva, una pietra. Un piccolo pezzo di pietra che arricchiva la mia collezione.

Sognavo di viaggiare, di andare sempre in posti nuovi per provare quella sensazione di stupore e di meraviglia che mi dilatava il respiro quando ero bambina. Da qualche parte, pensavo, ci sarà un luogo dove tutti i luoghi del mondo sono racchiusi. Immaginavo di arrivare in un posto e sentire l’appagamento che solo la tua vera casa più darti. Immaginavo di arrivare in quel luogo, riconoscerlo e portare con me la mia collezione di pietre che finalmente sarebbero state esposte come ogni collezione merita. Non ho trovato il mio posto nel mondo, ma mi sono fermata in un luogo come imbambolata. Ho respirato un’aria che mi ha ingrossato i polmoni, ho bevuto l’acqua che mi ha rinfrescato il cuore e dormito serena per molte notti avvolta da una stanchezza ristoratrice. Ho visto la mia porzione di cielo e desiderato restare in quel posto preciso. Con la mia collezione di pietre chiuse in una scatola che aspettano di trovare il loro posto nel mondo.

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