Segno zodiacale: scorpione

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di Giuditta Di Cristinzi
La prima volta che mi imbattei in Fidelia fu circa trent’anni fa, nello spogliatoio della palestra delle scuole medie. Non sapevo nulla di lei. Si chiacchierava, così tra ragazze, ognuna diceva la sua, raccontava qualcosa di sé, le prime esperienze coi ragazzi.

La colonna sonora del momento era La mia banda suona il rock di Ivano Fossati. Lei la sapeva a memoria, era intonata e ricordava tutte le parole. Subito si distinse. Accennò ad un’esperienza vissuta tempo prima, mi pare su una  spiaggia, di un sopruso subito e non volle dire altro.

La incontrai sette, otto anni dopo, nel periodo dell’Università. Spesso viaggiavamo insieme in treno. Poi convivemmo  per circa un mese, nella stanza che io avevo in affitto,  per studiare e preparare insieme un laboratorio di chimica. Aveva definitivamente formato il suo carattere.

Ostica, dura, chiusa. Sì, era cresciuta Fidelia, ma i centimetri anziché svilupparli in altezza li aveva messi tutti soltanto sui fianchi larghi e sul culo grosso e basso. Scura, capelli corti, dura. Guardava di sottecchi, giudicava. Qualcuno mi disse che aveva preso dalla nonna di cui portava il nome, Fidelia Spatano, una donna nota in paese perché maligna e pettegola. Certo, Fidelia o Delia, come amava farsi chiamare, ai geni aveva unito l’intelligenza, la scuola, la cultura.

– Io la gente la studio, l’ascolto, la peso, cerco di capire subito il suo  punto debole, il tallone d’Achille, mi disse una volta.

Rimasi così, esterrefatta, interdetta. Un modo di pensare, di argomentare così lontano dal mio sempre intenta a cercare di capire e soppesare solo me stessa.

– Perché? le chiesi. A che ti serve?

– Ma per capire il punto debole delle persone, rispose.

Ma perché? avrei voluto continuare a chiedere, a che ti serve capire la falla di qualcun altro, uno qualsiasi, non un nemico, un avversario. Il punto debole, cioè una fragilità caratteriale, esistenziale.

Era questo il suo modo di apprezzare la gente, di fare amicizia, di conoscere. Sapere il punto debole dell’altro, per fotterlo forse, per averlo sotto tiro, per potergli fare del male all’occorrenza o solo per difendersi. Una  forma di difesa o una  maliziosa cattiveria alla maniera della vecchia nonna?

Alla fine di laureò e cominciò ad insegnare in una scuola media. Non fece il chimico come aveva sperato per tutto il periodo  universitario.

Addio sogni di gloria.

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