Non piangere, lasciami sognare

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di Paola Lombardi
Il silenzio è totale, sembra un oggetto solido, un soprammobile di porcellana disposto in qualche modo su una mensola del salotto. Un silenzio pesante, forte e consistente. Un silenzio che somiglia ad una tenda di broccato tesa sulle finestre chiuse.
Camilla, con le trecce nerissime che le incorniciano il viso, se ne sta in silenzio seduta ai piedi del divano di velluto dello stesso colore del bosco. Traccia delle linee con le dita, disegna qualcosa sul pavimento di ceramica. Non alza lo sguardo, si concentra sulle sue dita che seguono l’andamento di arabeschi trasparenti sul freddo dei mattoni.
Camilla non ha paura del silenzio e nemmeno della penombra che avvolge la stanza. Camilla sobbalza quando sente dei passi nel corridoio. E’ sua madre, cammina con passi rapidi. E’ scalza, i capelli sciolti le ondeggiano sulle spalle e intorno al volto. Piange, quasi senza fare rumore. Camilla non ha bisogno di vederla per sapere che sta piangendo. Camilla ha solo sei anni, ma conosce molte cose.

Sua madre si abbandona sul divano e sprofonda tra i cuscini di velluto. Le lacrime si trasformano in singhiozzi scomposti che le squassano le spalle. Camilla resta in silenzio. Solleva per un attimo lo sguardo e poi le tende la mano. Le loro dita si sfiorano per un istante. Sua madre piange e Camilla risale sul divano. Si acquatta come un gattino con la testa sulle gambe di sua madre, si appoggia con forza, sente il calore che le invade la guancia, avvolge con una mano la vita di sua madre e l’altra la poggia sotto la sua testa come fosse un cuscino. Sua madre l’accarezza, proprio come si fa con un gatto, e si calma.
Camilla chiude gli occhi. Respira con calma. Sua madre inizia a parlare tra le lacrime che, piano piano, si diradano. Sussurra tante parole, tutte insieme, una dopo l’altra. Camilla tiene gli occhi chiusi, riavvicina la manina al viso e con gli occhi ben chiusi, si porta un dito alle labbra e dice forte: “Ssshhhh, sto sognando, lasciami sognare in pace. Sto sognando che tu non piangi, che il divano è un prato d’erba soffice e che io ho un coniglio tutto bianco e anche un gatto e anche una tigre e una volpe. Sshhh, sto sognando mamma, lasciami sognare in silenzio”.
La stanza torna nel silenzio, Camilla si addormenta sempre più profondamente sotto le carezze morbide di sua madre che si asciuga le lacrime sognando ad occhi aperti.

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