Non è mai troppo tardi per trovare lavoro

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Salve, sono Rocco, ho sessant’anni e sono un esodato. In verità l’aver capito cosa significhi essere un esodato per me è già una conquista. All’inizio pensavo che avesse a che fare con fiumi, argini e roba del genere, ma poi ho capito che riguardava la mia condizione di lavoratore. In pratica non ho l’età per andare in pensione né quella per essere assunto da qualche ditta. Io, però, il lavoro ce l’avevo, ed era pure un bel lavoro. Lavoravo per una multinazionale, costruivamo ponti e strade in Italia e nel resto del mondo. Guadagnavo bene, il giusto per poter sfamare la mia numerosa famiglia e farla crescere nella giusta prospettiva. Poi è arrivata la crisi, che quando la senti nominare sembra sempre che appartenga agli altri e non a te. La multinazionale è fallita, ha fatto un botto tremendo, il mio intimo amico si è tolto la vita, io stavo per farlo… Mi ha salvato un decespugliatore, un misero decespugliatore del valore di un centinaio di euro.

Mio nipote, uno dei tanti, avrebbe fatto la prima comunione la domenica successiva. Mi sono chiesto che nonno è uno che non può fare un piccolo regalo al nipote. Ho tirato dal mio marsupio le foto che ritraevano i miei figli, nuore, generi e nipoti, maschietti e femminucce. C’erano pure cani, tartarughe e chi più ne ha più ne metta. Ho pianto, e non tanto per il regalo ma per il fatto che confondevo i loro nomi. Dentro di me gli volevo un sacco di bene, ma non li conoscevo. Poi ho guardato l’erba e l’ho vista troppo alta e mi sono detto che prima di fare qualcosa di irreparabile fosse giunto il momento di provare la gioia che non provavo oramai da tanti anni: tagliare l’erba a piedi scalzi, sentire il fresco della terra risalire su stinchi e polpacci. Ho provato il decespugliatore da quattro soldi, convinto che nemmeno partisse. E invece è partito, ed io insieme a lui. Ho ripulito il mio giardino, per morire c’era tempo. Mentre riposavo l’attrezzo mi sono sentito chiamare dal vicino, ricco sfondato. Mi ha detto che aveva un paio di ettari di terreno da sistemare. Non era convinto della mia bravura, apprezzava però la mia onestà. I ricchi sono come i poveri, non finiscono mai. Presto si sono aggiunti i suoi amici e oggi ho una clientela che non riesco a soddisfare poiché non ho sviluppato ancora il dono dell’ubiquità.
So solo che ho imparato il nome di tutti i componenti della mia famiglia, mi sono fatto una pensione integrativa e vado avanti nella libertà che solo Madre Natura può offrirti. Di tanto in tanto le mie lacrime di commozione si confondono con la rugiada che avvolge i primi tralci verdi. Poiché tutto ricordo, nella sfortuna ho trovato la fortuna. Io sono Rocco, e come me ce ne sono tanti in giro. Il lavoro nobilita l’uomo solo quando l’uomo è pronto, altrimenti lo svilisce. Ma non è mai troppo tardi per trovare lavoro.

Bruno Di Placido

Volontario della V.d.s Protezione Civile di Cassino, impegnato in vari aspetti del sociale, lettore e, da qualche anno, anche scrittore con un’ambizione dichiarata: riuscire a fondere ragioneria di cui vive e prosa con la quale sogna.

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