La bambina e il dragone
Un dragone s’innamorò di una donna, s’incarnò in un uomo e scese sulla terra. Si amarono intensamente, ma la sua magia stava per terminare e allora raccontò la verità alla propria amata.
Le svelò il loro destino: da lì a poco avrebbe generato una bambina, potente e all’età di quindici anni avrebbe dovuto portarla da una signora che le avrebbe insegnato un’arte antica quella della guarigione. Si salutarono, egli promise che avrebbe sempre vegliato su di loro, riprese le sue sembianze e volò via, velocemente.
Non fu un parto facile, ma la bambina nacque, in casa, destando la curiosità di tutti gli abitanti di quel piccolo paese. Infatti, nacque con la camicia ovvero con una parte della placenta ancora attaccata al corpo e leggende, di quel popolo sostenevano che quando avveniva ciò, la persona designata avesse poteri particolari.
La bambina cresceva e compì quindici anni, la madre mantenne la promessa fatta al dragone e la portò dall’anziana signora, che era amata e stimata dagli abitanti del paese.
Era chiamata la “CIARMARA” che significa la SCIAMANA, curava molte malattie con erbe varie e preghiere. Per togliere i vermetti dell’intestino usava un intruglio fatto di acqua, aglio e mentuccia macerato per tre notti al chiaro di luna. Era un’AGGIUSTA OSSA, cioè se un osso era fuori posto con un colpo secco lo rimetteva in asse o se c’erano infiammazioni con preghiere varie e diverse sedute le toglieva.
Se soffrivi di mal di testa, andava sul sicuro, erano i MALOCCHI, prendeva acqua, olio e grano, faceva un segno di croce sulla fronte della vittima poi scoppiava o come diceva lei, “cecava”, il chicco di grano con uno spillo per liberare il malcapitato.
Consigliava anche di non prendere il sole nei mesi con la R, perché in questo periodo fa male e fa venire il raffreddore. La bambina osservava, imparava, la vecchietta le insegnò anche un rimedio particolare per la tosse convulsa; occorreva portare i bambini, che ne erano contagiati, nella stalla delle mucche dopo che era stata chiusa per la notte, non era un buon profumo.
Arrivò il giorno che la bambina, chiese spiegazioni alla madre: la donna svelò il segreto, ma la bimba, ormai adulta era convinta che fossero solo credenze popolari, provò un’infinita tenerezza per sua madre, ormai anziana, si emozionò a quel racconto.
Decise, di continuare a guarire le persone, ma in modo scientifico. Studiando e diventando un medico affermato, però non aveva dimenticato la storia del Dragone e decise di portarlo sempre con sé, facendo sulla caviglia un tatuaggio.
(Si ringrazia Fabio Caramadre per la fotografia)