Gli svantaggi di fare scelte popolari

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di Laura De Santis

A volte è bello fare parte della maggioranza. Altre è invece decisamente meglio essere in minoranza. In estate sarebbe opportuno fare scelte controcorrente. Almeno se si decide di voler andare al mare. Cosa c’è di peggio della domenica in spiaggia? Non lo so. Sto ancora cercando un peggio. Dalle mie parti, la domenica è il giorno dell’esodo.

Dal mese di giugno, tutte le domeniche uomini, donne, anziani e bambini si trasformano in banchi di aringhe in migrazione. Tutti alla stessa ora salgono in macchina, accendono il quadro e partono in direzione mare. E visto che non ci sono vie alternative, tutti finiscono con il trovarsi imbottigliati nel traffico. E dopo tre ore sotto il sole cocente finalmente a mezzogiorno si arriva in spiaggia. I centimetri quadrati liberi sono quasi impercettibili ad occhio nudo e si nascondono a circa un chilometro dal bagnasciuga.

La sabbia è bollente e il mare è invaso, almeno a riva, da nuove specie viventi che hanno i racchettoni al posto delle mani. Da lontano sembra di vedere branchi di leoni marini ammassati l’uno sull’altro e invece sono esseri umani cosparsi di creme e oli solari che mangiano, ridono, strillano, parlano emettendo suoni così striduli da provocare seri danni ai loro stessi timpani.

Bisognerebbe fare una campagna di sensibilizzazione sociale e impedire al genere umano di andare al mare di domenica. Bisognerebbe fare i turni. Le domeniche alternate almeno. Oppure vietare la spiaggia alle famiglie la domenica. Se hai un figlio o un cane non puoi andare. Si ridurrebbe la popolazione sulla sabbia in questo modo. Oppure far crescere lo spirito critico, quello che di solito ti fa disprezzare la maggioranza e ti induce a vedere film, pagando, che al massimo avranno visto i genitori della protagonista. D’estate, la domenica siate anticonformisti: restate a casa. Al mare ci andrete un’altra volta.

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