Falso allarme

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Era da tanto che Vittorio non andava al cinema. Con i figli piccoli aveva dovuto fare delle rinunce. Rinunce temporanee, ovviamente, perché adesso era lì, con la sua famiglia.

Era stato costretto a scegliere un film per bambini, ma l’emozione di sedersi in platea come un tempo e allo stesso momento rendere felici anche moglie e figli, non aveva prezzo. Si fregò le mani, come faceva sempre quando era contento, e diede un’occhiata intorno. La sala non era gremita come nelle grandi occasioni, anche se restava libera solo qualche poltrona. Gli ultimi a entrare erano stati una coppia con una bambina di una decina d’anni. Si erano accomodati in una zona ben visibile agli occhi di Vittorio, il quale dapprima si era incuriosito, poi si era insospettito e infine aveva iniziato a sudare per la paura.

Era evidente che non fosse una famiglia normale quella. A cominciare dalla carnagione leggermente più scura rispetto alle persone normali. Erano musulmani, o forse no. Ma venivano da lì, questo era sicuro. Non era razzismo quello di Vittorio, magari ignoranza. Lui non lo sapeva, perché per lui, tutti quelli che non erano di qua erano di là. E nel momento in cui quell’uomo, presunto musulmano, si allontana, Vittorio vive attimi di terrore. La moglie è entrata con una borsa che subito dopo ha appoggiato per terra, potrebbe contenere l’ordigno. L’uomo, però, torna subito con i pop corn per la figlia e Vittorio si tranquillizza. Solo per un attimo, perché pensa che prima mangiano i pop corn e poi si fanno esplodere. Lo hanno detto in televisione che fanno così. È gente normale, poi all’improvviso si sente il botto e niente è più come prima.

Però Vittorio nota che sorridono, come gli altri. Come gli altri non come lui, perché oramai la serata gli è andata di traverso. Pure la bambina sorride, ma la bambina non fa testo perché è innocente, sono i due adulti a preoccupare. E questi, come se gli avessero letto nel pensiero continuano a sorridere. La cosa strana è che sembrano felici e Vittorio si chiede come sia possibile sorridere sinceramente e poi farsi saltare in aria. Vittorio non crede a questa cosa, ma c’è chi sostiene che sia così. Ma d’altronde potrebbe essere pure, perché Vittorio fa fatica a riconoscere le brave persone dalle cattive.

È la paura che annebbia la vista e Vittorio riflette sul fatto che se uno non si sente preparato è meglio che non legga i giornali e ascolti la televisione, anche perché altrimenti non può portare più i suoi figli al cinema. Intanto finisce il film, Vittorio non ha capito di che film si trattasse. Tira un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo, è stato un falso allarme. Non sa quale situazione, tra la paura e l’ignoranza, sia più dannosa. Però cerca di allontanare i pensieri negativi dalla sua mente e si ripropone di avere più fiducia e rispetto per le persone. Poi, mentre guadagna l’uscita con la sua famiglia, con la coda dell’occhio vede il collega musulmano, o presunto tale, svoltare l’angolo. Non avrà funzionato l’ordigno, pensa.

Bruno Di Placido

Volontario della V.d.s Protezione Civile di Cassino, impegnato in vari aspetti del sociale, lettore e, da qualche anno, anche scrittore con un’ambizione dichiarata: riuscire a fondere ragioneria di cui vive e prosa con la quale sogna.

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