Aspettando le stelle

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  • Cosa fai?
  • Aspetto le stelle.
  • Ma tu ci credi che se vedi una stella ed esprimi un desiderio quello si avvera?
  • No.
  • E allora perché vi siete organizzati con barbecue, vino, dolci, sdraio, coperte, barzellette, racconti e chi più ne ha più ne metta? Tra l’altro vedo che ne siete tanti.
  • Perché le nostre vite sono come frammenti di stelle, passano veloci per perdersi nell’oscurità. Non vogliamo sprecarle.

Bisogna sperare che nessuna nuvola si sovrapponga tra il sogno e la realtà.
La serata è magnifica. Alcune stelle sembrano vicine, altre ballano frenetiche come in un’antica danza. Chissà da quanto tempo stanno lassù. Per tutti è un attimo che vola via, come un refolo di vento, come una brezza estiva che si prende il tempo di una carezza. Ce ne sono tante, ma nel cielo notturno brilla una stella che in tutto il firmamento è sempre la più bella. I bimbi credono di poterla afferrare quando vogliono, gli adulti solo nella notte di San Lorenzo. Ad ognuno la sua, più piccola, più grande, dipende dal sogno.
Si consuma la brace, ci si assopisce.


  • Ma tu chi sei?
  • Lorenzo?
  • Lorenzo chi?
  • San Lorenzo.
  • Mi racconti la tua storia? Solo a me però, gli altri non ci crederebbero mai.
  • Tu intanto dimmi cosa sai di me.
  • Poco. Quanto basta, forse. Che sei stato un diacono e che il 10 agosto del 253 d.C. avveniva il tuo martirio. So pure che, secondo la leggenda popolare, le stelle cadenti sono simbolo dei carboni ardenti dove fosti sacrificato e rappresentano il tuo pianto che ci cade addosso ogni anno, pianto che noi abbiamo trasformato in desiderio.
    Poi il cielo si fa più buio, le immagini svaniscono e nell’umidità della notte ognuno ritrova se stesso.

Bruno Di Placido

Volontario della V.d.s Protezione Civile di Cassino, impegnato in vari aspetti del sociale, lettore e, da qualche anno, anche scrittore con un’ambizione dichiarata: riuscire a fondere ragioneria di cui vive e prosa con la quale sogna.

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