Ancora cinque minuti

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di Laura De Santis
“Aspetta! Altri cinque minuti! Ti prego. Ancora cinque minuti!”, Aldo frignava come un bambino. Con gli occhi chiusi avrebbe fatto qualunque cosa pur di restare sotto il piumone. La sveglia suonava all’impazzata.

Sbadigliando con la bocca spalancata si decise ad alzarsi. Non ricordava niente del sogno, ma soltanto della sveglia che lo aveva importunato. Appena salito in treno, si appisolò di nuovo, con la testa appoggiata al vetro. E ricominciò a sognare.

Immerso nel sogno ricominciò a parlare suscitando prima lo stupore e poi le risatine degli altri pendolari. “Ti prego! Ancora cinque minuti”. Una frenata brusca lo risvegliò e Aldo non riuscì più a riprendere il sonno. In ufficio, subito dopo la pausa pranzo si addormentò sulla scrivania. I colleghi lo sentirono mugugnare: “Per favore, ancora cinque minuti”. Le risatine soffocate dei colleghi lo risvegliarono di scatto. “Oh, scusate, mi sa che mi sono addormentato. Però, mi dovete scusare è da stanotte che cerco di capire se mia suocera vuole proprio venire a stare a casa nostra. È da stanotte che le chiedo di aspettare almeno cinque minuti e di discutere la questione, ma lei sta sempre con la valigia in mano!”.

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