Aglio olio e peperoncino

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di Laura De Santis
“Non fare niente. Non ti muovere. Shhh…”, il sussurro rabbioso si perde nel fruscio delle lenzuola. Carla vorrebbe gridare, ma sa che è inutile. È certa dell’inutilità di qualunque gesto.

L’uomo, con il volto coperto, le sta di fronte nel buio. Sfiora il suo naso con la lana sintetica del passamontagna. Sta per gridare, sta per fare la mossa sbagliata, quell’uomo la ucciderà. Così nel buio della stanza, nel suo letto.

“Sta zitta”, le intima e Carla frigna, non piange nemmeno come se avesse un cerotto a serrarle le labbra. Annuisce spasmodicamente con la testa. “non ti muovere! Hai capito?”, le dice l’uomo con un sussurro rabbioso.

Si accende una luce nella mente di Carla: il cellulare! Se solo riuscisse a prendere il cellulare! È convinta che sia un ladro e che potrebbe andarsene senza ucciderla. I pensieri le attraversano la mente vorticosi e infernali. Se lo dice da sola che è senza speranza.

Poi all’improvviso una luce nel corridoio… “Bona la prima, ‘a fra’”, una voce biascicata e dialettale urla dal corridoio. L’uomo davanti a lei si toglie il passamontagna facendo “OK, OK”. Si alza in piedi.

Carla è confusa. Si stringe il lenzuolo al petto con gli occhi terrorizzati. “Grazie ma’”, sente dire da una voce familiare mentre qualcuno accende la luce. “Tutto a posto ma’? Loro sono quelli del corso dovevamo fa’ il cortometraggio. Tanto non ti vedi, non ti preoccupare”.

Per Carla è difficile ritrovare il ritmo del respiro. Ha le pupille dilatate e vede male, il figlio passeggia sereno nella stanza, passa un braccio intorno al collo di un altro giovane con la telecamera in mano. “Oh, bel lavoro, raga’!”, dice un altro. “Eh ma’ ma visto che stai sveglia, che ce li fai du’ spaghetti aglio oglio e peperoncino?”.

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