Una famiglia numerosa

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di Laura De Santis

“Scusatemi, devo uscire!”
Maria pronunciò quelle parole con una certa dose di ansia, lasciando perplessi i parenti vocianti seduti intorno al tavolo. La cugina più grande le disse di aspettare. Il fratello le chiese perché volesse uscire all’improvviso e la zia sogghignò ipotizzando volesse andare a fumare. La sorella la rassicurò: “Aspetta qualche minuto”, le disse, “così vengo anch’io”. Maria non riuscì a restare seduta sulla sedia. Le sembrò che ci fosse un cuscino di spine ad infastidirla.

Si alzò tra il chiacchiericcio della sua grande famiglia e sentì come una mano pesante afferrarle le spalle schiacciandola sulla sedia. Non fu capace di uscire e si limitò a pregare la sorella di sbrigarsi ad uscire. Guardò con apprensione l’orologio sperando che la sorella si muovesse. Nella sua mente aveva già fissato il percorso dalla casa delle vacanze al più vicino tabaccaio. Non avrebbe impiegato più di sei o sette minuti per arrivare, ma il tempo stringeva. Bisognava fare presto. Si alzò di nuovo. Finalmente la sorella le disse di andare. Uscirono. Maria camminò a passi rapidi mentre la sorella con molta calma cercò l’accendino nella sua enorme borsa. “Aspettami!”, le gridò alle spalle. Maria fece finta di non aver capito e accelerò il passo. Seminò la sorella e si infilò nel tabacchi.

Raggiunse il banco e non si accorse che c’era un uomo in fila. Trafelata quasi gridò: “Gioco due euro sulla ruota di Roma. Un terno, il 6 e il 47!”. “Vuole giocare al lotto? Mi dispiace le giocate sono chiuse”. Maria si rese conto di aver fatto tardi. Le venne da piangere. Si disse: “Stavolta avrei fatto terno”. E si mise a pregare che i suoi numeri fortunati non uscissero proprio quella sera. Alle sue spalle, la sorella le urlò: “Brava, mi compri un pacchetto di Futura? Voglio fumare le sigarette leggere, almeno in vacanza”. Maria non rispose e ai asciugò le lacrime.

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