Strani incontri sul treno

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di Paola Lombardi

“Va bene, grazie, le auguro una buona giornata”, la voce della donna è piccata e infastidita mentre chiude la conversazione telefonica. Guarda davanti a sé tenendo la borsa stretta sulle ginocchia. Rimugina su qualcosa. Ha un buon odore, è magra, nervosa e sembra ricca, almeno a giudicare dall’aspetto. Giulia le sta di fronte, la osserva di soppiatto e si sente a disagio.

Si sente schiacciare da quella signora che le siede di fronte nello stesso vagone. Acquista un pochino di fiducia pensando al fatto che anche la signora viaggia in treno. Se fosse davvero ricca, pensa Giulia, viaggerebbe in auto con tanto di autista. Si fa coraggio, tanto la signora guarda nel vuoto, prende il sacchetto di carta, lo apre e l’odore dell’aragosta alla crema appena acquistata al bar si espande in tutto lo scompartimento. Giulia lo assapora con lo sguardo. Lo prende e lo addenta, felice. In quel preciso momento lo sguardo della signora le cade addosso come una lama arroventata. Si scansa per evitare quello sguardo indagatore. Deglutisce in fretta cercando riparo dalla signora che la osserva con evidente disgusto.

Giulia si sente a disagio con la sua maglietta di acrilico colorata. Si guarda i rotolini di ciccia che la maglia evidenzia e le cosce schiacciate sul sedile e dilatate. Suda, la povera Giulia perché fa caldo. Sudano tutti, tranne la signora che ora la giudica apertamente. La passione per l’aragosta alla crema si è esaurita. Giulia ripone quello che resta nel sacchetto di carta del bar. Pensa che la mangerà lontano dalla vista di quella arpia. La signora torna a scrutare il vuoto. Poco prima di arrivare al capolinea, Giulia ha un moto di orgoglio. “Signora non sa che è cattiva educazione fissare gli estranei?”.

La signora si scuote, le fa cadere addosso uno sguardo distratto e con un filo di voce sibila: “La prego signorina, continui a restare in silenzio a trangugiare merendine. E se proprio vogliamo puntualizzare, non indossi abiti in materiale sintetico, accrescono gli effetti della sudorazione. Poi lei è in sovrappeso! Comunque, le auguro una buona giornata”, giusto in tempo per scendere per prima dal treno. Giulia vorrebbe svegliarsi sperando di aver vissuto un incubo ad occhi aperti. La signora svettante sui tacchi alti cammina tra la folla spiccando come un generale che passi in rassegna il plotone d’esecuzione.

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