Salgono sulla torre in segno di protesta

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Protestano. Il centro stamattina è blindato. Per sicurezza hanno fatto deviare gli autobus di linea. Per sicurezza, dicono. E tutto perché due persone protestano. Protestavano ieri e protestano anche oggi. Sono entrati come semplici turisti nella torre, sono saliti insieme a tutti gli altri e si sono affacciati per guardare la piazza. Gli altri visitatori hanno detto che si scattavano foto, sorridevano, sembravano eccitati dall’altezza. Indicavano la gente nella piazza dicendo ad alta voce “guarda, sono formichine piccole piccole”. Sono rimasti in coda alla fila per ammirare meglio il paesaggio, così hanno pensato tutti. Invece, hanno chiuso la porta in metallo. L’hanno fermata dall’esterno con un puntello e si sono chiusi fuori sulla sommità della torre.

Il custode è salito di corsa per farli scendere, ma non c’è stato niente da fare. Sono rimasti chiusi lì fuori. Per tutta la notte. Sotto ci sono i soccorritori. Hanno montato una specie di materasso gigante bianco e rosso, così se dovessero buttarsi troverebbero un atterraggio morbido. Quei due sulla torre protestano. Il motivo non è chiaro. Da lassù non si capisce quello che dicono e non hanno messo nemmeno uno striscione, niente. La loro è una protesta verbale, ma le parole scompaiono nella distanza dell’altezza. Nessuno ha capito perché protestano. Nemmeno le televisioni. Eppure hanno intervistato le madri, le mogli, le sorelle. Tutti i familiari hanno sfilato nella piazza.

Il traffico è congestionato, gli autobus vengono fatti deviare. Andare in centro è difficile adesso, più difficile del solito perché quei due sono affacciati alla torre e guardano la piazza. Ridono anche, questo si vede anche da giù. Dovrebbero avere quarant’anni, i nomi nemmeno sono chiari, i familiari li chiamano in un modo, l’anagrafe in un altro. Loro protestano, solo questo è chiaro. Minacciano di gettarsi nel vuoto, ma intanto ridono e andare in centro è difficile. Qualcuno ha fatto notare che sono senza cibo e senza acqua. Un ragazzo che fa lo scalatore si è arrampicato in piena notte, hanno detto, sulla torre e ha portato loro delle birre. Nemmeno allo scalatore hanno spiegato perché protestano. Alla fine, hanno ragione loro. Anche io protesto. Protesto perché l’autobus deve deviare e io arrivo tardi al lavoro, protesto perché i superiori, al lavoro, mi maltrattano, protesto perché il riscaldamento si è rotto. Protesto perché non so in che direzione sta andando la mia vita, protesto perché in mezzo a tutto questo caos, c’è una vestita da sposa che balla con un altro in mezzo ai soccorritori e intanto quei due ci guardano dall’alto della torre e protestano. Hanno ragione loro. Protestano e hanno ragione anche se protestassero perché in questo mese è piovuto tutti i giorni. Protestano e hanno più ragione di me che subisco in silenzio.

Paola Caramadre

Giornalista, autrice e lettrice onnivora e curiosa. Promotrice culturale, 'regista dei libri' e cofondatrice di Tantestorie.it

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