Registrazioni

musicassetta
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Da molto tempo me ne sto nel mio ripiano, questa è la mia casa. Nel negozio del rigattiere che dovrebbe chiudere ogni giorno per non riaprire mai più. Vivo qui da diversi anni, ormai.

Non sono molto anziano a dir la verità. Mi considero ancora giovane e perfettamente sano. Potrei fare ancora tante cose, potrei andare in giro, uscire al momento opportuno e… registrare.

Registro anche adesso che nessuno schiaccia più il pulsante play che mi decora la pancia. Registro le immagini che vedo passare oltre le vetrine del negozio in cui trascorro questo tempo lento lento.

Al mattino passano i bambini che corrono a scuola, sono sempre di meno e sono sempre accompagnati dagli adulti. Poi passano qui davanti gli anziani, sono più vecchi di me ma non mi conoscono affatto. Non abbiamo mai avuto tanto a che fare io e i vecchi. All’ora di pranzo si affacciano alcuni che mi hanno conosciuto bene, si ricordano di quando avevano bisogno di me, con le mie piccole cassette e il mio nastro che a volte si impigliava.

Negli anni mi sono accompagnato con tante persone diverse tra loro. Mi ricordo di una ragazza che registrava le conversazioni notturne con la sua migliore amica, voleva ricordarne la voce anche quando non sarebbero state più così amiche. Per un periodo sono stato con un tizio che mi usava per registrare i concerti anche se era vietato. Poi, ho lavorato nel cinema con uno sceneggiatore che registrava i dialoghi che inventava su di me. La persona più sorprendente che ho incontrato è stata una signora bionda, avrà avuto cinquant’anni e registrava su di me il suono dei suoni passi. Non ho mai capito il perché, ma mi ha sempre incuriosito.

Ho lavorato per pochi anni, troppo pochi. Ero uno strumento all’avanguardia, poi, nel giro di pochissimo tempo, sono diventato vecchio. Qualche nostalgico, qualche refrattario al progresso tecnologico ha continuato ad usufruire delle mie capacità, ma poi… poi sono finito dal rigattiere e qui vivo da anni, così giovane e già così pieno di polvere!

Cosa posso fare? Guardo fuori, registro le visioni che arrivano dalla strada, a nessuno servono più le mie registrazioni su nastro. A nessuno? Spero sempre che ci sia qualcuno che entrando da quella porta decida di portarmi via con sé e di farmi ricominciare a vivere di suoni.

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