Le luci del faro

Il faro
Il faro
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di Paola Lombardi
Le luci del faro illuminano i pensieri. Il presente è una distesa d’acqua salata avvolta nella notte. Intorno a me, non sento che il respiro sommesso di chi riposa. Aspetto che venga il giorno. Non posso dormire e allora guardo il faro a pochi passi da qui.

Il faro illumina i naviganti, ad ogni scatto di luce che mi raggiunge sembra portare in alto i pensieri, alleggerirli come ali di angeli, li sento tintinnare come sonaglini per bambini. Poi, per qualche frazione di secondo torna il buio e i pensieri si oscurano, si fanno grevi e mi piombano sulle spalle.

Resto in attesa che la notte trascorra, non ostacolo il silenzio, lo lascio entrare insieme al denso rumore di risacca del mare calmo nella notte più scura.

“Cosa fai, Leda?”, è mattino, quante voci mi si affollano intorno. La finestra è rimasta aperta e io mi sono addormentata sulla poltrona davanti al faro. Il sole è già alto. Tutti mi guardano come colpiti dal mio essere sulla poltrona e non nel letto.

“Che succede, Leda?”, mi chiedono tutti. Io li guardo, uno per uno, e mi sembra di non riconoscerli. Chi sono in fondo? I miei genitori, i miei zii, i miei cugini, i miei nonni, ma davvero chi sono? Mi stringo nelle spalle. “Ho fatto un brutto sogno”, rispondo a tutti senza guardare nessuno in faccia. “Me ne vado a letto”, sussurro intimidita. “A quest’ora? è ora di uscire. “Per andare dove?”, chiedo ancora più timida perché non ricordo niente. Mi sorridono. Qualcuno prova ad abbracciarmi. Mi divincolo infastidita.

“Andiamo, forza, ormai sei grande Leda. Hai tredici anni, non puoi più comportarti come una bambina”. Non riesco a guardare in faccia mia madre, scoppio in lacrime. E’ questo il problema. Sto diventando grande e proprio non mi va.

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