L’altra vita delle lettere

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di Paola Lombardi

“Quando sei stata a Londra?”, la domanda imperiosa rimase sospesa. La stanza si riempì di tensione. Eleonora e Luca erano sposati da sedici anni e avevano sempre condiviso tutto. Luca stava cercando un documento dell’Università e per questo aveva rovistato nei cassetti e tra i libri. Nella ricerca spasmodica di quel certificato finì con il mettere le mani nel cassetto della scrivania di sua moglie.

Era ancora presto, aveva il giorno libero, e si soffermò ad osservare le lettere che Eleonora conservava da anni. Luca conosceva quelle lettere, non erano un mistero, ma in effetti non le aveva mai lette. Quella mattina fu preso da una sorta di tentazione. Gli venne voglia di scavare tra quelle lettere alla ricerca di qualcosa. Si imbatté in un’altra donna che non somigliava affatto alla sua Eleonora. Tra le righe si intravedeva una donna spiritosa, bizzarra, curiosa. Allegra e piena di voglia di vivere e di stupire.

Eleonora conservava nella stessa busta la brutta copia della lettera che spediva e quella che riceveva. In questo modo Luca si trovò dentro un dialogo. Ricostruì la vita di sua moglie sotto un altro punto di vista. Sorprese la sua Eleonora in una conversazione accattivante con un professore di musica, per esempio. E poi dalle lettere scambiate con una certa Giovanna scoprì che per due settimane nel 2001 erano state insieme a Londra. Strade, luoghi, alberghi, date. Elementi che non lasciavano dubbi: sua moglie era stata a Londra con una donna e insieme avevano vissuto ogni genere d’avventura.

Luca iniziò a sudare, a cercare meglio tra quelle carte, a ricostruire quel 2001. Come era stato possibile? In quel momento entrò sua moglie. Luca, madido di sudore, le conficcò in viso uno sguardo truce e le rivolse la domanda che gli balenava in testa da qualche minuto: “Io dov’ero mentre tu eri a Londra?”.

Eleonora rimase sorpresa e rispose: “Io non sono mai stata a Londra!”.
“Ah no? E queste?”, disse Luca sventolando in aria quelle lettere.
“E cosa sono?”, chiese la moglie sbigottita.
“Come cosa sono? Le lettere tra te e Giovanna”.
Eleonora cominciò a ridere. Prima sommessamente poi in modo sempre più sguaiato. Non riusciva a smettere. Rideva a più non posso, mentre Luca, sempre più confuso, si alterava minuto dopo minuto.
“Cosa c’è da ridere?”, chiese adirato e scuro in volto.
“Niente, quelle lettere sono finte. Le ho scritte da sola, fingendo di essere un’altra persona”.
“Come sarebbe a dire”, Luca era incredulo.
“Sì le ho scritte io. Sono Eleonora e Giovanna”.
“Ma che dici? Sei pazza?”, chiese Luca sempre più disorientato.
“No, che dici? L’ho fatto per i nostri figli. Quando rovisteranno nei miei cassetti troveranno ad attenderli una donna speciale che ha fatto tante cose e visto tanti posti. Ho condito un po’ la nostra vita. Sennò che diranno i nostri figli? Poveracci quei due che non hanno mai fatto niente. E invece così… È una bella idea no?”.

Eleonora era contenta e orgogliosa della sua trovata.
Luca pensò di essere stato gabbato due volte. Non fu in grado di comprendere se le credesse o meno. Ma sicuramente desiderò crederle piuttosto che andare a cercare documenti e ricevute che potessero ricordargli dove fosse stato in quelle ormai lontane settimane del 2001. Perché il problema per Luca non fu tanto accordare ancora fiducia a sua moglie ma scoprire che non ricordava quasi niente degli ultimi sedici anni della sua vita coniugale.

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