La scuola è chiusa

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di Paola Lombardi
Una discreta dose di ansia. Se la sentiva addosso, provava quella impercettibile sensazione di mancanza. Come se un terremoto fosse imminente, come se un pericolo si nascondesse dietro l’angolo, come se…
Stava sovrappensiero, analizzando il suo stato d’animo, quando sentì un rumore che gli parve familiare. Aveva trascorso tutta l’estate in solitudine alla quale si era abituato e con la quale si confidava come ad una vecchia amica. “Chi è là?”, gridò incerto.
Dall’ombra di un corridoio che credeva morto rispose una voce nota: “Sono io, che c’è hai paura?”.
“Ah sei tu… Non ti aspettavo. Non ancora”.
“Sono venuto a salutarti, quest’anno è inutile stare qui. Non c’è nessuno”.
“Purtroppo arriveranno”, sospirò.
“Ti sbagli. Le scuole sono riaperte da ieri e qui non c’è nessuno. Tra qualche mese dovrai andartene. Qui non ci sarà nemmeno una briciola di cibo”.
“Cosa vuoi dire? Le scuole non ricominciano oggi?”.
“No – tagliò corto l’amico – questa scuola è stata chiusa”.
“Meglio. Non sopportavo tutta quella confusione. Avrò da mangiare. Ci sono gli archivi, la biblioteca, i registri. Sto bene qui. In estate sto benissimo”.
“Va bene. Sono passato per dirti che mi trasferisco all’Istituto tecnico, se vuoi puoi raggiungermi”.
“Scusami, perché hanno chiuso questa scuola?”.
“È un liceo classico. I pochi iscritti sono stati accorpati ad un altro istituto. Qui hanno chiuso”.
L’amico se ne andò per il cunicolo dal quale era arrivato. Il piccolo topo si sentì meglio. L’ansia non c’era più. Si mise all’opera per scavarsi un varco nella biblioteca. Avrebbe mangiato libri. Non sarebbe morto di fame. Sarebbe stato bene lo stesso. Squittí. L’eco risuonò nei corridoi vuoti. Non c’era nessuno. Il liceo era chiuso.

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