La rissa

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Carabinieri, polizia, vigili urbani, vigili del fuoco e ambulanze. C’erano tutti, e in lontananza si sentivano altri rinforzi sopraggiungere a sirene spiegate. Il bar era andato completamente distrutto, per la disperazione del titolare rimasto a fissare il vuoto.

Lo scenario era apocalittico. Vetri divelti, sedie e tavoli rotti, lattine e bottiglie sparse sul pavimento, chiazze di sangue a imbrattare le pareti del locale. Numerosi i feriti, per fortuna nessuno dei quali in pericolo di vita. I più gravi avevano qualche costola rotta, molti necessitavano di punti di sutura.

Se l’erano date di santa ragione. Un ‘uno contro uno’, diventato presto un due contro due, per passare, poi, a un noi contro voi. Una rissa pazzesca, una trentina in tutto, tutti adulti e vaccinati. Altre volte c’erano state discussioni per futili motivi, ma erano rientrate subito. Si sa che al bar, tra una giocata di carte e un bicchiere di troppo, ci possa scappare qualche animata discussione.

È pur vero che il bar è frequentato anche da persone tranquille, ma il bar resta soprattutto un luogo di confronto. Non esiste persona che in un determinato periodo della propria vita non lo abbia frequentato con una certa assiduità. A volte gli animi si surriscaldano per il calcio, altre quando il compagno di scopa sbaglia giocata regalando punti ai due avversari.

Questa volta, però, per scatenare una rissa di tale portata, la faccenda era sicuramente molto più seria. Ma nessuno, in ogni caso, sapeva riferire ciò che fosse successo effettivamente. Gli sguardi smarriti e i balbettii dei protagonisti non aggiungevano alcunché di positivo alle indagini.

E insieme al dolore e alla preoccupazione per i risvolti penali, iniziava a serpeggiare anche una certa curiosità, troppi erano i punti da chiarire.
Un vecchio saggio, l’unico a non scomporsi più di tanto, aveva seguito tutta la scena dall’inizio. Senza intromettersi, si era debitamente mantenuto a distanza, che saggio sarebbe stato se no…

Fu ascoltato come primo e unico testimone. Nella sua analisi lucida e dettagliata confermò agli esterrefatti inquirenti che «Certamente non era stata una buona idea arrivare a tanto. Però, che diamine, Romoletto, è una vita che gioca a carte… Far fare tutte quelle scope agli avversari per prendersi un due!».

Bruno Di Placido

Volontario della V.d.s Protezione Civile di Cassino, impegnato in vari aspetti del sociale, lettore e, da qualche anno, anche scrittore con un’ambizione dichiarata: riuscire a fondere ragioneria di cui vive e prosa con la quale sogna.

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