La partita a carte

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Nel giardino dell’Eden, all’ombra di un maestoso leccio, Gesù giocava a scopa con Maometto. Rilassato, Buddha seguiva la partita. Sparsi nella magnificenza dell’assolata vallata, i rappresentanti di tutte le religioni del mondo erano alle prese con le proprie attività. Confucio, tanto per citarne uno, che amava cucinare in campagna, faceva il barbecue sotto lo sguardo vigile di Zarathustra, suo ospite nell’occasione.

“Questo è matto!”, pensò la maestra. O forse era stata più matta lei ad assegnare il tema sulle differenze tra le religioni a una classe di vandali. Ma, spinta dalla curiosità e, soprattutto dal dovere, proseguì la lettura.

I giocatori di carte, tra una mano e l’altra, controllavano i monitor. Sembrava una giornata relativamente tranquilla anche sulla Terra.
“Certo che ne fanno di casino i tuoi!” disse Gesù mentre tirava una carta. “Diciamo che hanno voluto emulare quanto di bello avete fatto voi con crociate e roba del genere” puntualizzò Maometto. “E va bene, che volete recuperare una malefatta con un’altra?” Discutevano animatamente.
“Sempre così fanno”, pensò Buddha che non si immischiava mai.
La voce profonda del Padre penetrò l’Eden: “Embè, che volete fare? Se litigate voi, quei poveri cristi laggiù che devono pensare? Voi siete tutti miei figli, non dimenticatelo! E non dimenticate neppure che un popolo non si salva da solo, si salva solo se si salvano anche tutti gli altri”.
Si calmarono le acque. Riprese la partita, e pure gli sfottò. “Belle le carte napoletane con cui stiamo giocando”, disse Gesù. “Buoni quelli, i napoletani!”, disse Maometto.
“Sono meglio i tuoi, gli arabi, per carità!”, protestò Gesù.
Buddha intervenne: “Bravi a entrambi, non c’è che dire. Napoletani e arabi, insieme avete inventato il commercio”. Intanto Gesù fece carte lunghe e primiera, Maometto settebello e denari. “E certo”, disse Buddha più loquace del solito “tu hai il petrolio, per forza fai i denari!”
Gesù e Maometto sorrisero, si volevano bene. Erano diversi, ma erano fratelli. Sapevano che il loro compito non era quello di cambiare il corso degli eventi, ma aiutare gli uomini a porsi nella maniera giusta di fronte a essi. Il mondo ha bisogno di Gesù, di Maometto, di Buddha, di Confucio e degli altri perché Dio parla attraverso di loro, perché ogni popolo ha la sua lingua, perché diversamente nessuno comprenderebbe, perché ognuno ha nelle tradizioni la propria storia.

Un boato proveniente dalla terra sconquassò l’Eden. Angeli e Santi si fermarono attoniti. Gesù e Maometto guardarono i monitor e si abbracciarono piangendo. Di nuovo i kamikaze, brandelli di carne e fiotti di sangue… E mentre si affannavano per cercare di fare qualcosa, Buddha ritirò le carte. Le carte di una partita pari e patta da una vita che, nelle regole, sarebbe dovuta arrivare a undici. Una partita la cui origine si perde nella notte dei tempi.

Bruno Di Placido

Volontario della V.d.s Protezione Civile di Cassino, impegnato in vari aspetti del sociale, lettore e, da qualche anno, anche scrittore con un’ambizione dichiarata: riuscire a fondere ragioneria di cui vive e prosa con la quale sogna.

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