Incomprensioni di specie

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di Laura De Santis

Annusava l’odore di cibo che si spandeva nel corridoio. I vicini stavano sicuramente cucinando qualcosa di buono, si disse, mentre passava oltre sognando di essere invitata a cena. Non aveva voglia di cucinare, non aveva voglia di rassettare e pulire. Avrebbe mangiato anche dal cinese all’angolo se fosse stato necessario. Raggiunse il portone di casa, non fece in tempo a prendere le chiavi che la porta magicamente si aprì. Il marito era lì sulla soglia con un sorriso smagliante.

“Ciao cara bentornata”.
Lei grugnì qualcosa in risposta, lo aggirò e crollò sulla poltrona del salotto con la borsa ancora a tracolla.
“Come è andata oggi cara? A me tutto bene. Oggi mi sono proprio riposato”.
“Uhmmm” mugolò lei.
“Andiamo al cinema?”
“No, non ho niente da mettermi”
“E allora? Il cinema è al buio”
“Resto a letto” protestò la donna.
“E allora non ti lamentare che stai sempre sola a casa” sentenziò il marito.
E la donna pensò fosse meglio restare a letto piuttosto che andare al cinema con il primo che capita.

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