Il foglio bianco

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Sono uno scrittore.
O meglio, un aspirante scrittore. Devo dirvi la verità, tanto ve ne accorgereste da soli. Ve ne accorgereste da soli, intendo dire, della differenza che passa tra un vero scrittore e un aspirante scrittore come me. Ve ne accorgereste da ciò che dico e da come lo dico. Però di un vero scrittore ho le stesse esigenze e vivo le stesse emozioni. Almeno credo. Dello scrittore mi piacciono tante cose, ma più di tutto la libertà che si concede. A volte mi chiedo chi me lo ha fatto fare, potevo starmene tranquillo, avrei ottenuto migliaia di taciti consensi. Invece eccomi qua, vittima di me stesso, di quel gioco che per me nel tempo si è trasformato in esigenza. Non posso farci niente, ho provato a trattenermi. Invano. Sono stato ragazzo e ora sono un uomo, gravi problemi esistenziali non li ho vissuti. Ma oggi ho l’esigenza di scrivere, e pertanto scrivo, anche se penso che venga giudicato più male che bene. Me ne accorgo dai mi piace sui social network. Ne raccolgo di più postando la foto delle mie salsicce appese ad asciugare in cantina. Altro che storie e racconti. Ma lo capisco, farei la stessa cosa io al posto vostro. Vuoi mettere, le salsicce…

Cerco conforto. Alcuni blogger esperti di scrittura sanno tutto, o credono di sapere tutto. Suggeriscono quando è meglio scrivere in prima persona e quando in terza, quando è il caso di inserire un dialogo e quando invece è meglio far fluire la narrazione. Sanno spiegare la differenza che passa tra un romanzo e un racconto. Sanno tanto altro, ma quando scrivono loro non ottengono un grande risultato. Mi sembrano gli indovini quando ti danno i numeri da giocare. Quanto sono fessi gli indovini, hanno i numeri vincenti e loro non li giocano mai!
Oggi, però, non ho voglia di sentire nessuno. Faccio a modo mio. Prendo il foglio bianco e la penna e poso lo sguardo all’orizzonte. Sento i grilli che cantano nel prato mentre il sole mi entra negli occhi. Penso a come è grande il Creato e a quante cose si possono scrivere. Ma non oggi. E non è paura la mia, non è la sindrome da foglio bianco. Capita di non avere nulla da scrivere oppure di non averne voglia. A me capita, non so agli altri. E allora la mia diventa voglia di essere come gli altri, come coloro che non sono scrittori. Ed io, considerato che sono solo un aspirante scrittore, mi concedo una delle poche libertà che un vero scrittore non potrà mai concedersi.
Il foglio bianco.

Bruno Di Placido

Volontario della V.d.s Protezione Civile di Cassino, impegnato in vari aspetti del sociale, lettore e, da qualche anno, anche scrittore con un’ambizione dichiarata: riuscire a fondere ragioneria di cui vive e prosa con la quale sogna.

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