Il biglietto

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di Paola Lombardi

“No, non ce l’ho il biglietto“.
Il controllore, avvolto nella sua divisa ben stirata e con il fischietto indossato come un monile appeso al collo, rivolse gli occhi al cielo. Non gli erano mai piaciuti i furbetti. Non li sopportava proprio. E meno che mai quelli sfacciati.
“Come sarebbe che non ha il biglietto?! E perché?”
Il ragazzo, sorridente e tranquillo, con molta calma scandì: “Perché non ce l’ho”.
“Non lo sa che prima di salire a bordo deve munirsi del titolo di viaggio? Non lo sa?”, il tono del controllore divenne alto e stridulo. “È scritto in tutte le stazioni… prima di salire a bordo il passeggero deve obliterare il titolo di viaggio“, spiegò il controllore ritrovando la calma.
“Sì lo so, ma non mi andava”, replicò serafico il ragazzo.

Il controllore valutò il giovane. Gli parve ben vestito, con i capelli corti, una borsa che poteva contenere un computer. Insomma, pensò fosse uno scherzo. Si guardò intorno alla ricerca di complici, ma tutti gli altri passeggeri gli sembrarono distratti e poco interessati al ragazzo. Inoltre non notò nessuna telecamera o fotocamera puntata su di lui.
“Va bene, mi dia i documenti, le faccio la multa“.
Si sarebbe aspettato una reazione scomposta come fanno tutti. Si sarebbe aspettato la solita tiritera, la prego non mi faccia la multa, la prego. E invece il ragazzo non fece una piega e gli mostrò i documenti.
“Guardi che la multa le costa dieci volte il prezzo del biglietto”, sentenziò il controllore.
“E allora? Mica sono soldi suoi”, rispose il ragazzo.
“Mi dica dove scende?”, chiese il controllore mentre compilava il verbale.
“Al capolinea, grazie”.
“La prossima volta faccia il biglietto”.
“Certo come no”, ridacchiò il ragazzo.
Il controllore innervosito dall’incontro proseguì il giro di verifica sui passeggeri. Al capolinea, quando il treno si svuotò del tutto, notò dei fogli su un sedile. Si avvicinò incuriosito dal colore giallo paglia di uno dei fogli. Capì subito che era la multa fatta al ragazzo. C’era un biglietto scritto in stampatello. “Sarà meglio che la multa al signor Tonetti gli arrivi per posta e per favore gli restituisca anche la carta d’identità”. In effetti, l’uomo nella foto non aveva niente in comune con il ragazzo senza biglietto. Si sentì imbrogliato, balbettò qualcosa a se stesso. Aveva sempre odiato i furbetti.

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