Il barbecue

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Barbara dorme profondamente, Aldo pure. E pensare che si sono tanto raccomandati ieri sera per farsi svegliare: sarebbe dovuta essere la loro prima pasquetta senza la presenza ingombrante di mamma e papà. Li smuovo un po’, stando attento a non esagerare. Mi dispiace svegliarli, mi dispiace ancor di più trascorrere la giornata senza di loro.

Anna mi rincuora, secondo lei quei due nemmeno oggi si muoveranno da casa. A quanto dicono da una settimana, pare che abbiano un appuntamento con un imprecisato gruppo di amici tutti alle prese con i primi sussulti di una gioventù che sta bussando alla loro porta. E, a quanto pare, anche alla nostra…

Mi rendo conto del mio egoismo, i figli vanno lasciati andare. Per questo mi scuoto e mi fingo aperto a qualsiasi decisione. Ha ragione Anna però, e meno male, perché a metà mattinata i due decidono che è ora di palesare la loro presenza e mi informano che il tempo è incerto al contrario di loro, certi di restarsene a casa. All’unanimità decidiamo, allora, per un bel barbecue a casa, come piace a me. E mentre con cuore allegro preparo l’occorrente, ovvero la carbonella, la diavolina, i legnetti, la tenaglia e tutto ciò che mi può essere utile immagino il giorno, oramai prossimo, in cui i miei figli se ne andranno per conto loro. Sarà forse quello il momento in cui penserò più alle pasquette passate che a quelle future. Non è un pensiero triste, è la vita, quella stessa vita che mi ricorda che al mio barbecue di oggi il numero degli assenti supera quello dei presenti.

Intanto esce un timido sole e vedo in cielo la scia di un aereo confondersi con il fumo del mio barbecue.
“Stai piangendo?” mi chiede Anna.
“Il sole negli occhi” rispondo io.
“Il sole?” mi fa notare lei.
“Il fumo del barbecue, volevo dire”.
I gattini mi strusciano sugli stinchi, hanno capito pure loro che è un giorno di festa. Iniziano a sentire l’odore quando pulisco la griglia con il fuoco. Chiedo ai miei cari come vogliono la carne, ma già so la risposta, perché la carne è come la vita, chi la vuole cotta e chi la vuole cruda.
L’odore di arrosto si spande nella vallata, forse ho imparato a fare la brace e mentre con gli occhi ancora umidi vedo il fumo salire in cielo mi chiedo se gli angeli possono sentire il profumo del barbecue.

Bruno Di Placido

Volontario della V.d.s Protezione Civile di Cassino, impegnato in vari aspetti del sociale, lettore e, da qualche anno, anche scrittore con un’ambizione dichiarata: riuscire a fondere ragioneria di cui vive e prosa con la quale sogna.

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