Eri la mia vita e somigliavi a me

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In tutte le piazze, in tutte le strade, in tutti vicoli, io ti ho cercata. Tra i sampietrini sconnessi, sospesa sui ponti, io ti ho cercata. Ti ho cercata con insistenza, con assiduità, ti ho cercata con il cuore in mano e le lacrime agli occhi. E’ vero, qualche volta mi sono anche fermata a riposare, ma non troppo. Solo il tempo di sorseggiare un aperitivo in piazza Navona. Qualche volta sono andata al cinema, nel pomeriggio pensa, nella zona di piazza Fiume. Sì, a volte mi sono fermata a cena dalle parti di Ponte Milvio al riparo della statua di Nepomuceno, altre volte ho visitato il cimitero dietro la Piramide, così, giusto per capire come ci si sente a dire addio.

Ti ho cercata sempre con un senso di angoscia che mi inseguiva soprattutto quando mi avventuravo per via del Corso. Mi sono consolata con centinaia di caffè a Campo de’ fiori e mi sono persa troppe volte in via dei Condotti. A piazza di Spagna mi sono fermata qualche volta, di passaggio, solo per salire sopra al Pincio. Ti ho cercata soprattutto lì, tra i vialetti di villa Borghese, ma niente. Di te, proprio di te, non c’era nessuna traccia. L’altra mattina mi sono guardata nello specchio in un museo di via Nazionale e ho pensato che non ti avrei più ritrovata, l’ho capito dalle rughe intorno agli occhi, da quella linea marcata che mi solca la fronte, dalla stanchezza.

Sono trascorsi tanti anni, sono volati via, scivolati addosso alle mode, ai modi di dire, se ne sono andati. Spariti. Da qualche parte si nascondono vent’anni. Da qualche parte ti nascondi. Sono stata felice quando ci siamo guardate negli occhi, sono stata felice al punto tale da ridere da sola, sono stata felice. Sono arrivata addirittura a preferire te che un giro nella libreria a Largo di Torre Argentina. Ho preferito te quando ti ho avuto tra le mani. Insieme siamo andate a teatro, abbiamo riso, ballato, abbiamo sognato guardando il cielo di notte da via San Basilio aspettando un autobus che ci riportasse a casa. E’ stato bello essere tutt’uno. Poi, ho capito che mi eri sfuggita, che stavi andando da un’altra parte, lontano da me. Prima ti ho seguita con ansia e poi ti ho persa. Dove ti ho persa? Non lo so, in una città vuota, forse, nel deserto che ha invaso una sera piazza del Popolo. Ti ho cercata però, ti ho cercata. Ti ho cercata sempre, eri la mia vita e somigliavi a me.

Paola Caramadre

Giornalista, autrice e lettrice onnivora e curiosa. Promotrice culturale, 'regista dei libri' e cofondatrice di Tantestorie.it

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