E se c’è il sole come si fa a piangere?

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di Paola Lombardi
Se la felicità dovessi immaginarla con un colore penserei all’oro, quel colore intenso fatto di luce. Quello che brilla sulle giornate assolate in piena estate. Il calore, la luce diventano tutt’uno. Sono un insieme di sentimenti. Dentro c’è un pizzico di tensione, un bicchiere di speranze, un crostino di attesa, una fettina di sorrisi, un quarto di allegria, un quarto di divertimento, un mix di energia e in cielo c’è il sole. Si chiama estate, si chiama felicità, si chiama vacanza. Si chiama gioia di vivere, si chiama libertà. A qualsiasi età.

A quindici anni è la libertà di uscire senza i genitori, a venti è la libertà del primo amore, a trenta è la libertà del viaggio, a quaranta è la libertà dal lavoro, a sessanta è la libertà di andare in giro senza scarpe. Ogni età ti regala qualcosa che ha a che fare con la libertà. Ogni estate ti aspetta per dirti che tutto può succedere. Tranne che piangere. Perché se c’è il sole e fa caldo come si fa a piangere?

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