Buon viaggio

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di Laura De Santis
Salire in automobile a fianco di una determinata categoria maschile, dalle parti della sindrome di Peter Pan per intenderci, significa augurarsi buon viaggio. Anche se la meta dista solo qualche chilometro. Per loro, gli automobilisti che scambiano la propria auto per l’isola che non c’è, la retta che unisce il punto A al punto B è tutt’altro che una retta. L’obiettivo dichiarato è quello di evitare il traffico, per questo viottoli e strade interpoderali incroceranno la vostra strada. Attraverserete gole degne del Gran Kanyon, guaderete torrenti, incontrerete mandrie di cavalli selvaggi e greggi di ovini di vario genere.

Scoprirete mondi inesplorati e ci sembrerà di guardare il mondo, proprio il vostro da un oblò, come diceva una nota canzone. Accettare di farsi trasportare dal punto A al punto B da un certo tipo di uomo significa accettare di intersecare anche i punti C, D, E, F e a volte anche il punto N, ovvero il punto di Non ritorno, oppure il punto S, ovvero Strada senza uscita. Perciò sappiate che per percorrere la distanza venti chilometri potrebbero essere necessarie almeno due ore e mezza. Naturalmente non è un aspetto negativo. Perché grazie agli arabeschi viari degli eterni Peter Pan la vostra meta potrebbe rivelarsi sorprendente e invece di approdare in ufficio potreste anche ritrovarvi sulla costiera amalfitana. Perciò buon viaggio!

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