Alice nel paese delle meraviglie

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Ogni paese ha la sua fontana, ogni paese ha il suo campanile. Ogni paese ha una piazza che raccoglie tante storie, in ogni paese parlano pure le pietre. Un paese non si lascia mai per sfizio, un paese non si lascia mai. È come se decidessi di non respirare più, non è possibile. Tutti amano il proprio paese, anche i duri di cuore o quelli che credono di esserlo. A volte il tuo paese ti sta stretto perché hai altro per la mente, a volte le circostanze ti portano lontano. Capita pure che Cupido scagli la freccia quando e dove vuole. Ma tu non vai via, mai. Ti allontani fisicamente, ma mai con il cuore. Il tuo cuore resta ad ascoltare la fontana che zampilla o il gelataio che annuncia l’estate. Il tuo cuore ascolta la campanella delle pecore o le grida di giubilo degli amici d’infanzia.

Alice cercava di capire quale poeta o filosofo avesse scritto una tale eresia, ma i suoi ricordi si perdevano nei meandri dell’incertezza. Si mise in ascolto e comprese che era il suo cuore a parlare. C’è il momento delle decisioni importanti, capita a tutte le persone serie e sensibili. Ci sono scelte che vanno fatte, ma ci sono scelte che spesso lasciano un vuoto in chi parte e in chi resta. Un vuoto che solo la comprensione, l’intelligenza e l’amore possono colmare.

Era successo tutto in fretta. Alice diede un ultimo sguardo alla piazza. Poi ricacciò dentro le lacrime, era ora di andare.  Lui attendeva impaziente con lo spider rosso noleggiato per l’occasione. Alice era stufa da sempre degli sguardi viscidi e libidinosi che gli scivolavano addosso come macigni, quasi che la sua bellezza fosse una colpa. Lui invece, cuore d’artista, tra i pochi in grado di riconoscere e valorizzare un’opera d’arte, aveva capito che non si può tenere in gabbia uno spirito libero. La portava verso il sublime, nel paese delle meraviglie. Alice da quel momento non sarebbe stata più la stessa, ma finalmente sarebbe stata se stessa. Nel tempo mamma e papà avrebbero compreso. Alice visse felice, come voleva lei, e passarono gli anni. E quando capì che oramai era tardi per tornare al suo paese, si rese conto che mai se n’era andata.

Bruno Di Placido

Volontario della V.d.s Protezione Civile di Cassino, impegnato in vari aspetti del sociale, lettore e, da qualche anno, anche scrittore con un’ambizione dichiarata: riuscire a fondere ragioneria di cui vive e prosa con la quale sogna.

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