Al bar!

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Dove andiamo?”, Oscar scandisce la domanda, arrotonda la ‘O’ finale subito prima del punto interrogativo per dare più enfasi, per rendere la domanda più domanda. Oscar scruta i lineamenti duri di Mimmo, osserva il naso scolpito nella pelle scura, scopre i baffi rigogliosi e le labbra sottilissime nascoste sotto i peli neri e spioventi. Oscar individua gli occhi, dal taglio leggermente allungato, conficcati sulla faccia secca di Mimmo. Oscar aspetta una risposta.
“Dove andiamo?”, chiede di nuovo con ansia.

Mimmo percuote l’aria con un gesto sprezzante, agita la mano destra come se togliesse la cenere da una sigaretta accesa. Indica un punto, una strada nella sera buia. “Andiamo da Lucio”, dice Mimmo deciso.
Oscar si ritrae, non ha un buon ricordo di Lucio e nemmeno del suo bar. Non sa dire esattamente perché, ma di andare al bar da Lucio proprio non gli va.
“Io andrei a casa. Preferisco”, sussurra con un filo di voce.
Mimmo lo guarda, annuisce. Nemmeno a lui piace andare da Lucio, però il loro bar è chiuso e non ci sono alternative!
“Ho qualche birra in frigo. Se vuoi…”, azzarda Oscar.
Mimmo lo fredda: “Noi si va al bar e basta!

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