Addio ai falsi amici

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di Paola Lombardi

E così, addio. Senza troppe discussioni, vai via. Sono io che ti mando via, ti mando via come si fa con gli scocciatori, con gli ospiti indesiderati, con gli insetti molesti, come si deve fare con i falsi amici.

Vai via, ti allontano, ti ripongo in un cassetto dell’armadio di una casa in cui non voglio più abitare, ti dico addio e te lo dico per sempre. Non mi importa, non mi importa più niente. Non voglio nemmeno ricordarmi che faccia hai, che tono di voce hai, non voglio ricordarmi di quanto ti ho aiutato, di quanto ti ho dato. E se ripenso che prima di incontrarmi non sapevi nemmeno usare correttamente “quanto” e “quando” mi sento ancora un nodo alla bocca dello stomaco. Non mi va di stare a rimuginare sul fatto che con il tuo infantilismo incrollabile ci hai fregato a tutti. Non ho voglia di rivedere le scene più fastidiose della nostra amicizia. E poi? che amicizia è quella a senso unico? quella dove tu dai e l’altro non fa altro che seminare malignità e cattiverie appena voltato l’angolo?

Vai via, vai via per sempre con tutti i tuoi tic nervosi, la risatina falsa, l’atteggiamento meschino di chi ha sempre qualcosa da nascondere. Sparisci con quelle manine microscopiche che sembrano senza ossa per quanto sono piccole, vai via per sempre insieme alla delusione che mi tormenta se per sbaglio ripenso a te.

E’ così bello dirsi addio, è bellissimo farlo, guardare avanti, ci si sente soli, ma dura poco la malinconia, poi ci si sente meglio da soli, ci si sente liberi. I falsi amici sono così, sono una zavorra pesante che ci ancora al passato e ci lega ai nostri errori. Perciò addio. Mi immagino la scena del nostro saluto ultimo in una stazione ferroviaria filmata in una pellicola degli anni ’30 e sai una cosa? Respiro meglio, mi sento meglio, alzo la testa e sul treno ci salgo io sventolando il fazzoletto bianco in faccia alle tue lacrime altrettanto false quanto i sorrisi.

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